Non accenna a placarsi il polverone sollevato ieri da Matteo Salvini su un possibile censimento per i rom. Una decisione ribadita anche oggi dal ministro degli Interni, che ha annunciato di voler andare fino in fondo. «Censimento dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è RAZZISMO», scrive sui social Salvini. Ma «io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza», aggiunge il leader della Lega, ministro dell'Interno e vicepremier.
Non solo: nel suo profilo Salvini pubblica anche le foto dell'abbattimento di una casa abusiva in un campo Sinti non autorizzato.
Sulla questione, definita dichiarazione «scioccante e raggelante», è intervenuto da Parigi il commissario Ue agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, per cui « la Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria, ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti».
Parole a cui fanno eco quelle del portavoce della Commissione Europea, Alexander Winterstein: «Non si può espellere un cittadino comunitario sulla base della sua etnia. È super chiaro che non è legale». Poi rispondendo alle domande dei cronisti Winterstein aggiunge: «Non posso escludere contatti» con le autorità italiane, «ma non posso neppure annunciarli».
Il deputato di Liberi e Uguali Roberto Speranza ha annunciato una denuncia contro Salvini per istigazione all'odio razziale, reato previsto dalla legge Mancini del 1975.
Il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Paolo Lojudice, in un'intervista a InBlu Radio, ha commentato che "il ministro dell'Interno ci sta abituando a esternazioni da bar. È difficile pensare ad un ministro che si esprima in un certo modo. La maggior parte dei rom in Italia - ha ricordato monsignor Lojudice - è cittadino italiano e la battuta del ministro cade e si vanifica da sola perché priva di significato".
Anche nel governo le posizioni del leader della Lega continuano a creare fibrillazioni tanto che è lo stesso premier Conte a intervenire direttamente. "Qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori - dice -. L'obiettivo è individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini", aggiunge, spalleggiato dall'altro vice premier, Di Maio, che puntualizza: "Mi fa piacere che Salvini abbia corretto il tiro, censimenti su base razziale non si possono fare".
L'annuncio di un censimento sui rom
Dopo le polemiche di questi giorni sul respingimento della nave Aquarius, accolta poi nel porto di Valencia, e in generale sulla questione migratoria, il titolare del Viminale ha annunciato l'apertura di un nuovo fronte, quello - peraltro più volte annunciato - dei rom. «Al ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos». Salvini ha parlato di una «ricognizione» sui rom in Italia, ossia rifare «quello che fu definito il censimento, facciamo un'anagrafe».
Per Salvini, poi, gli stranieri irregolari andranno «espulsi» con accordi fra Stati, ma «i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa». Per quanto riguarda Milano, Salvini si mette a disposizione del sindaco Sala, «per alcuni sgomberi in alcuni quartieri popolari: penso a San Siro, a via Bolla, a Gratosoglio, penso a interventi su campi rom».
Le reazioni del Pd: «agghiaccianti» le parole di Salvini
Una proposta choc, secondo alcuni commentatori, accusa che Salvini respinge al mittente: "Qualcuno parla di shock. Perché??? Io penso anche a quei poveri bambini educati al furto e all'illegalità", twitta. Spiegazione che non convince il Pd: "Ieri i rifugiati, oggi i Rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivo", scrive l'ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, su Twitter. "Le parole sono pietre e il 'dossier Rom' di Salvini è agghiacciante, ricorda politiche di stampo nazista", attacca il senatore dem Edoardo Patriarca. "Forse il leader della Lega asseconda la pancia dei cittadini spaventati, ma a tutto c'è un limite. Dove vuole arrivare nell'aizzare l'odio sociale ed etnico? Si ricordi che è il ministro dell'Interno di un grande paese del G7". "Dal 'prima gli italiani' si sta passando al 'solo gli italiani veri' - commenta Lorenzo Dellai, leader di Democrazia Solidale -. Chissà quali altri censimenti avrà in mente per verificare la purezza della razza? Quando si dice una destra europea, liberale e illuminata! Questo è veramente il Governo del “cambiamento”: ma di quello etico e di civiltà, purtroppo. Speriamo che quando la maggioranza del popolo, oggi in luna di miele col nuovo corso politico, lo capirà, non sia troppo tardi". "E poi ...? - si chiede il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso -. Proporranno un segno per riconoscerli? La barbarie è sempre iniziata con un censimento, magari per la loro sicurezza. Che orrore!".
Dopo l'annuncio choc del mattino, in serata il ministro Salvini sembra correggere il tiro: "Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza", precisa il vicepremier , sottolineando che "vogliamo anche controllare come vengono spesi i milioni di euro che arrivano dai fondi europei".
Le associazioni rom: i dati dell'Istat esistono già
Dura è la replica dell'associazioni nomadi alle parole di Salvini sul censimento dei rom. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, che risalgono al 2017, nei 516 campi rom presenti in Italia vivono poco meno di 30mila persone. E "il dossier esiste già: Marcello Zuinisi legale rappresentante Associazione Nazione Rom (ANR) - comunica l'associazione in una nota - lo ha prontamente consegnato al ministro Salvini direttamente sulla email del Gabinetto del Ministro dell'Interno". "Adesso come ANR chiediamo incontro urgente con il Ministro Matteo Salvini per implementare gli Accordi Eu di Inclusione e la strategia nazionale riguardo alle persone rom, sinti e caminanti. L'Italia ha ricevuto, dalla Commissione Europea, ingenti finanziamenti per il periodo 2014-2020 al fine di garantire una casa, un lavoro, una scuola e una protezione sanitaria per alle persone rom e per la popolazione in estrema povertà come i senza fissa dimora. E la scorsa settimana ci siamo recati a Bruxelles - aggiunge nella nota l'Associazione Nazione Rom (ANR) per ottenere l'apertura di un'inchiesta da parte della Commissione Europea sull'utilizzo improprio di questi fondi. Adesso è necessario rispettare Accordi e Strategia, pena la sospensione dei finanziamenti europei erogati per un totale di 7 miliardi di euro".
«Il censimento su base etnica non è consentito dalla legge in Italia»
"Il ministro dell'Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge", afferma Carlo Stasolla, presidente dell'associazione 21 luglio che si occupa della tutela dei diritti di comunità come i rom e i sinti. "Inoltre esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali - continua Stasolla - e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi non si possono espellere. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo".
Stando ai dati forniti dalla stessa associazione 21 luglio: "sono tra 120 e 180mila i cittadini di origine rom e sinti in Italia, 26mila dei quali vivono in emergenza abitativa in baraccopoli formali (insediamenti gestiti dalle amministrazioni locali) e informali ('campi abusivi') o nei centri di raccolta monoetnici. Sono i dati dell'ultimo Rapporto dell'Associazione 21 luglio. Le baraccopoli formali sono 148, distribuite in 87 comuni di 16 regioni da Nord a Sud, per un totale di circa 16.400 abitanti, mentre 9.600 è il numero di presenze stimato all'interno di insediamenti informali".
"Dei rom e sinti residenti nelle baraccopoli formali si stima che il 43% abbia la cittadinanza italiana mentre sono 9.600 i rom originari dell'ex Jugoslavia di cui circa il 30% - pari a 3mila - è a rischio apolidia". A pagare le conseguenze della segregazione abitativa sono soprattutto i minori, il 55% secondo le stime di associazione 21 luglio "con gravi ripercussioni sulla salute psico-fisica e sul loro percorso educativo e scolastico". "Il giudizio degli Enti internazionali - conclude la nota di associazione 21 luglio - ed europei di monitoraggio sui diritti umani appare impietoso: anche nel 2017 l'Italia ha continuato a essere il "Paese dei campi", "perseverando nell'utilizzo di politiche discriminatorie e segreganti nei confronti delle popolazioni rom e sinti presenti sul territorio nazionale oltre che nelle persistenti operazioni di sgombero forzato".
L'incontro (smentito) con il Papa
Matteo Salvini annuncia a sorpresa che sarà ricevuto da Papa Francesco. «Probabilmente avrò l'onore di incontrarlo questa settimana, è motivo di gioia», ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno, parlando all'emittente privata TeleLombardia. Sui numerosi appelli all'accoglienza e al rispetto dei migranti formulati dal Papa, il leder della Lega dice che il Papa «giustamente parla alle anime, parla del bene supremo di tutti. Noi che siamo più piccoli ai rifugiati garantiamo i diritti, ma a coloro che non scappano dalla guerra diciamo che non c'è posto».
In serata, però, arriva la smentita del Vaticano: "Non c'è niente". Così il portavoce della Santa Sede Greg Burke risponde a LaPresse alle richieste di chiarimento su un possibile incontro tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e Papa Francesco in Vaticano, la prossima settimana.
Per quanto riguarda gli effetti europei dopo la decisione italiana di chiudere i porti alla nave dell'ong Sos Mediterranee con 629 migranti a bordo Salvini non nasconde la soddisfazione: «Finalmente l'Italia è ascoltata in Europa e finalmente tutti dicono che l'Italia non può rimanere sola e bisogna controllare le frontiere. Bene». Ma incassa le critiche del Garante per i detenuti sulle sue parole sulla "pacchia finita" per i migranti. «Non si può dire che queste sono solo battute soprattutto quando provengono da istituzioni, perché queste diventano costruttori culturali», ha detto Mauro Palma in un'intervista a InBlu Radio, network delle radio cattoliche della Cei. E «la responsabilità di costruire culture di negazione dell'umanità dell'altra persona è una responsabilità molto grave», conclude Palma.