Matteo Salvini (Ansa)
«È una sbruffoncella... C’è una evidente flagranza di reato, cosa aspetta qualcuno ad emettere un ordine d’arresto? E l’Ue è assente, mi sono rotto le p...». È un Matteo Salvini decisamente fuori dai gangheri, quello che lancia bruschi avvertimenti, conditi da un linguaggio sopra le righe, alla decisione della comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete di far rotta verso Lampedusa per far sbarcare i migranti trasportati, dopo 14 giorni di odissea forzosa in mare.
«Potrei lasciarli andare liberi in Ue... e costruire barriere fisiche in Friuli»
In un profluvio di note, conferenze stampa e dirette su Facebook, il titolare del Viminale lascia da parte ancora una volta l’aplomb insito nel ruolo di vicepremier e ministro. E, mentre sui social network impazza il testa a testa fra 'la capitana' Carola e 'il capitano' (soprannome datogli nel Carroccio), mena fendenti a destra e a manca. I più vibranti sono verso Bruxelles: «Non vorrei ricorrere a non identificare i migranti che sbarcano in Italia, così che possano tranquillamente andare in altri Paesi europei», avverte Salvini, minacciando di disapplicare le norme legate all’applicazione del regolamento di Dublino. Ancora, sugli ingressi via terra dai Balcani, il vicepremier arriva a ipotizzare la sospensione degli accordi di Schengen («Me lo chiederà il presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga») e perfino una italica imitazione dei 'muri' alzati dallo statunitense Trump e dall’ungherese Orban: «Si è riaperta la rotta balcanica, a luglio partiranno i pattugliamenti misti con gli sloveni – osserva Salvini –, ma se il flusso di migranti non dovesse arrestarsi, non escludiamo la costruzione di barriere fisiche alla frontiera, come fatto da altri Paesi europei».
Crisi con l'Olanda
All’Ue il vicepremier leghista chiede di intervenire subito per farsi carico dei 42 migranti a bordo della nave: «Faccia partire adesso un bell’aeroplano che carichi queste persone e le porti un po’ a Berlino, un po’ ad Amsterdam, e quel che resta a Bruxelles». Dopo il no sgarbato all’offerta di ospitalità ai migranti dell’arcivescovo di Torino Nosiglia, Salvini attacca ancora la Chiesa («Non si capisce perché debba rispondere l’Italia e questo vale anche per qualche vescovo che dice 'ci penso io'»). Ma soprattutto se la prende con Olanda e Germania, 'ree' di non aver risposto alle sue sollecitazioni: «Ho scritto al ministro dell’Interno olandese, ma non è arrivata alcuna risposta, neanche un 'crepa'. Se ne fot..... È un comportamento indegno – commenta –. Una nave battente bandiera dei Paesi Bassi ha ignorato divieti e altolà e ha fatto rotta verso Lampedusa. È una provocazione e un atto ostile: l’Olanda ne risponderà. E il governo di Berlino, visto che questa Ong e l’equipaggio sono tedeschi, ne risponderà».
E il resto del governo? Nel pomeriggio, il titolare degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha dato «istruzioni all’ambasciatore italiano all’Aja di fare, immediatamente, un passo formale» presso l’esecutivo olandese, che si è detto intenzionato a rispondere presto. In serata, dicono da Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte e i ministri Salvini e Moavero Milanesi hanno avuto un confronto sulla vicenda, al termine del quale – «dopo aver preso atto della violazione, da parte della nave, del provvedimento di divieto di ingresso emesso dal ministro dell’Interno il 15 giugno, di concerto coi ministri di Difesa e Infrastrutture» – hanno deciso di proseguire nel verificare «l’eventuale condotta omissiva del governo olandese».
Conte-Di Maio: così non si risolve nulla
Tuttavia, è presumibile che i toni da propaganda e le forzature di Salvini (utili a far crescere la Lega nei sondaggi) complichino il dialogo con Bruxelles. Devono averlo valutato il premier Conte e il vicepremier e capo politico di M5s Luigi Di Maio, che in serata prova a smarcarsi, insistendo sulla revisione del trattato di Dublino ma anche su «corridoi umanitari legali» e rimpatri: «Se dovremo passare tutta l’estate a litigare con le Ong, abbiamo già perso». Una precisazione alla quale Salvini, piccato, replica così: «Di Maio non è il ministro dell’Interno, si può fare di più, ma le cifre dicono quest’anno 539 morti, un decimo di due anni fa».