giovedì 13 settembre 2018
Si è spento nella sua Londra, all’età di 102 anni, James Keith Killby, fondò Monte San Martino Trust per studenti italiani
Salvato e salvatore, la storia del soldato Killby
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È una storia buona di debiti saldati con la generosità –e di un Europa che può superare muri e divisioni – quella del signor James Keith Killby, morto a Londra alla veneranda età di 102 anni. Che comincia nel settembre del 1943 in un paesino del Maceratese, Monte San Martino.

È in quell’anno – sullo sfondo gli orrori della Seconda guerra mondiale – che duemila soldati alleati, la maggior parte britannici, in fuga dal campo di Servigliano, nelle Marche, risalgono il fiume Tenna e trovano rifugio nella sperduta campagna marchigiana. L’aiuto decisivo arriva proprio da una famiglia di Monte San Martino. Tra quei soldati c’è anche il signor Killby, che rientrato a Londra riprende la sua vita: gli studi, la famiglia. Il suo cuore però torna sempre lì, alla generosità da cui è dipesa la sua vita, e quando decide di dedicarsi alla promozione dello studio e della cultura dei giovani (l’unico modo per evitare che le guerre comincino di nuovo) fondando un’associazione antesignana dell’Erasmus decide di chiamarla con quel nome: Monte San Martino Trust.

Un nome che gli ricorda anche la figura di san Martino, il soldato che si tagliò il mantello per donarlo ad un mendicate. E la fondazione, che viene alimentata finanziariamente dagli ex commilitoni e dai loro discendenti, assegna borse di studio in Gran Bretagna proprio a studenti italiani tra i 18 e i 25 anni, appartenenti a famiglie del Maceratese e del Fermano: 800 quelle erogate dal 1989, quando il fondo fu creato, a oggi.

Killby è tornato, in Italia. Ha visitato il campo di Servigliano negli anni Sessanta e in quel periodo ha avviato le ricerche delle persone che salvarono la vita a lui e agli altri suoi commilitoni, tra cui una signora in particolare – Maria Livi – che gli offrì una minestra calda. Nel 2003 durante una delle sue ultime passeggiate tra Monte San Martino e Servigliano, indicò la porzione delle mura di cinta da dove i soldati alleati fuggirono in quel settembre 1943: «Ero un giovane ufficiale – raccontava –. La salvezza? La trovammo nelle case dei contadini: ci sfamarono e ci nascosero, a rischio della vita. Che Dio li abbia in gloria. Eravamo disperati, dannati, con il timore di essere ripresi dai tedeschi e uccisi. Nessuno potrà mai ripagare quelle famiglie di così tanta generosità». In occasione dei suoi 100 anni ha ricevuto un telegramma dal presidente Sergio Mattarella, oltre che dalla regina Elisabetta, in segno di riconoscenza.

La sua gratitudine, che si rinnova in generosità, non muore con lui. Appena lo scorso novembre nel paese di Ancarano, vicino a Norcia, semidistrutto dal terremoto del 2016, s’è presentata una coppia di signori distinti, con un italiano zoppicante e un volantino da appendere sulla facciata della chiesetta di Sant’Antonio. «Mi chiamo Nicholas Young, sono venuto per saldare un debito». È lui che oggi dirige la Monte San Martino Trust: suo padre, nel febbraio del 1944, fu salvato proprio come Killby, stavolta dagli abitanti di Ancarano. E Nick le borse di studio ora vuole offrirle anche ai giovani dell’Umbria, segnati dalla tragedia del terremoto. Sul biglietto ha lasciato i suoi contatti: «Senza l’aiuto ricevuto qui, mio padre non ce l’avrebbe mai fatta. Ora aiutare tocca a me».

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