domenica 9 agosto 2009
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Di cosa si occupa il Parlamento? Domanda persino banale: leggi, dibattiti, grandi questioni all’ordine del giorno nel Paese. Vi siedono i nostri rappresentanti, ci si aspetta che si prendano a cuore quanto ci riguarda più da vicino. E l’aborto? No, quello no, escluso. Anzi, è «originale pretendere» che le Camere possano discuterne. È la sorprendente battuta alla quale, con fare liquidatorio, l’onorevole Gianfranco Fini ha fatto ricorso ieri per archiviare – secondo lui – l’ipotesi di un confronto parlamentare sulla Ru486. Detta dal presidente della Camera, è un’espressione che lascia stupefatti. Se il Parlamento va tenuto fuori da questioni che attengono alla salute dei cittadini, di cosa si devono interessare allora i deputati? La pillola abortiva, con tutta la sua ingombrante zavorra di dubbi e di drammi, non è semplicemente un «farmaco», equiparabile a un’aspirina o uno sciroppo. È singolare non vedere come la Ru486 intervenga pesantemente nel modo in cui viene applicata la legge sull’aborto in Italia. E le Camere non si dovrebbero pronunciare? A richiesta, Fini risponde. A noi – e non solo a noi – sarebbero piaciute parole meno superficiali.
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