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Parte il confronto sul salario minimo, sia pur fra mille diffidenze. «Confermo che nel pomeriggio di venerdì 11 una delegazione del governo, guidata dalla presidente del consiglio, incontrerà le forze politiche di opposizione per ascoltare le proposte da loro articolate sul salario minimo, in spirito di costruttivo rapporto istituzionale», fa sapere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Che cosa si aspetta il governo, dopo aver proposto il rinvio della proposta di legge calendarizzata dalle opposizioni? «Mi aspetto esattamente quello che si aspetta la presidente Meloni che ha aperto al confronto con le opposizioni. Io credo che questi temi, quello della contrattazione, del livello salariale delle persone ma anche dello stato di salute del mondo del lavoro sia un tema su cui è importante avere un confronto aperto e costruttivo», dice la ministra del Lavoro, Marina Calderone.
Le opposizioni, che hanno dovuto rinunciare alla discussione in aula della loro proposta unitaria a fronte di un rinvio chiesto dalla maggioranza hanno dato vita a un vertice on line tra i leader che hanno sottoscritto la proposta sul salario minimo, per decidere la linea in vista dell'incontro di venerdì con la premier e i ministri competenti in materia sul salario minimo. All'incontro non ha partecipato Matteo Renzi. Alla call hanno partecipato invece il leader del M5S Giuseppe Conte, la segretaria del Pd Elly Schlein, il fondatore di Azione Carlo Calenda, il presidente di +Europa Riccardo Magi, oltre ai rappresentanti di Alleanza Verde-Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
«Ringraziamo il Governo per aver accolto l'appello di Azione. Un secondo passo importante dopo il ritiro, da parte della maggioranza, dell'emendamento soppressivo. Diamo la nostra piena disponibilità a incontrare Giorgia Meloni e invitiamo le altre opposizioni firmatarie a fare lo stesso», scrive su Twitter Carlo Calenda. Ma paradossalmente a non rispondere all'appello è proprio il suo alleato, dando luogo all'ennesimo scontro interno fra i due attori del Terzo polo ormai in frantumi sebbene ancora operativo sul piano formale: «Italia Viva - recita una nota - non parteciperà alla riunione sul salario minimo in quanto non firmataria della proposta: IV ha già presentato i propri emendamenti alla proposta di legge Conte e li discuterà in Aula. La decisione è stata comunicata personalmente dal senatore Renzi a Palazzo Chigi».
La convocazione a palazzo Chigi viene definita «un successo dell'iniziativa di questi mesi delle opposizioni» il capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto. Ma il confronto non sembra partire con lo spirito giusto. Prima arriva una nota del M5s che lamenta questioni di «galateo istituzionale» per aver appreso a mezzo stampa della convocazione. «Non ci fidiamo», dice la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone. «L'apertura è arrivata solo quando i sondaggi testimoniano che il 70% degli italiani è a favore» . Dà merito quindi alla «perseveranza e intransigenza» del M5s se «salario minimo e tassazione degli extraprofitti sono temi posti all'attenzione dell'agenda politica
Molto scettico anche il sì al confronto del Pd. «Dopo mesi di battaglia parlamentare delle opposizioni unite, il governo prima sceglie di rimandare la discussione parlamentare per due mesi e poi ci convoca per un confronto ad aule chiuse». E quindi la segretaria del Pd alza l'asticella: «Parteciperemo all'incontro sul salario minimo. Ma ci aspettiamo atti conseguenti e risposte, anche sui ristori per famiglie e imprese colpite dall'alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna e sulle mancate dimissioni di De Angelis». Quanto al tema in questione, «andremo a confrontarci sul merito, vediamo se il governo è disponibile ad aumentare per decreto i salari anche di quei 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori che sono poveri anche se lavorano e fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e non soltanto dei manager del Ponte sullo Stretto», con chiara allusione al superamento dei tetti dei compensi.
«I confronti non si rifiutano mai, ma avremmo preferito un metodo diverso: un incontro tecnico-politico», dice il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli. Ricorda i «toni definitivi e contundenti utilizzati fino a pochi giorni fa rispetto alla proposta di salario minimo presentata dalle opposizioni» il segretario +Europa, Riccardo Magi, che lamenta a sua volta di aver appreso della convocazione a mezzo stampa.
Il governo invece assicura che sarà confronto vero: «Questo governo vuole perseguire l'interesse nazionale e non le polemiche fini a loro stesse. Anche oggi dimostriamo di non aver innalzato alcuno steccato ideologico nei confronti delle altre forze politiche, si tratta di un'ulteriore prova della coerenza e coesione del centrodestra», rivendica il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, di Fdi.