mercoledì 7 aprile 2010
Prime confezioni del farmaco attese oggi a Bari, ma da Pisa reclamano: siamo stati i primi a farne richiesta. In attesa delle linee guida ministeriali restano incerte le modalità di applicazione.
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Il dicastero della Salute, come annunciato dal ministro Ferruccio Fazio e dal sottosegretario Eugenia Roccella, in settimana partirà il tavolo tecnico per le linee guida sull’uso della Ru486 e il relativo monitoraggio. Ma ancor prima alcune regioni amministrate dal centrosinistra scalpitano per conquistare il primo posto nella diffusione.La Puglia pare interessata a conservare il suo record di aborti, anche per via farmacologica. Oggi arrivano a Bari dieci confezioni per utilizzare il farmaco in vista della prima somministrazione in giornata o al massimo domani. «Noi ci atterremo al ricovero ordinario», dichiara il direttore generale del Policlinico del capoluogo pugliese, Vitangelo Dattoli, facendo riferimento alle modalità indicate dall’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), che a suo dire «lascia alcuni margini di discrezionalità alle regioni». Ma l’assessore alle politiche della Salute della giunta uscente, Tommaso Fiore, annuncia perfino linee guida regionali stese dai medici ginecologi non obiettori. Dimentica che un’iniziativa simile della Lombardia fu bocciata dal Tar. Diverso, evidentemente è il caso di organigrammi aziendali o specificazioni sul consenso informato o sui programmi di prevenzione. In Toscana poi sono previsti i primi arrivi della Ru486 nel magazzino centralizzato di Migliarino, in provincia di Pisa, che serve 18 ospedali toscani fra Pontremoli e Portoferraio. «Nel primo giorno utile, siamo stati tra i primi nel Paese a farne richiesta, dunque saremo tra i primi a ricevere il farmaco», vanta il direttore della struttura, Marcello Prani, dichiarandosi disponibile a fornire altre due aree della Toscana in caso di carenza.Oggi l’agenzia regionale sanitaria della Liguria, riferisce il direttore, Franco Bonanni, riunisce ginecologici e primari per definire le modalità di applicazione omogenee per tutta la regione. «Dalla riunione – riferisce Bonanni - usciranno delle raccomandazioni che derivano dall’applicazione delle linee del ministero della Salute e dell’Aifa che consente la pillola con uso ospedaliero». Secondo il direttore dell’agenzia, i primari dovrebbero effettuare «delle valutazioni sul tipo di regime di ricovero, ordinario o day hospital», garantendo l’applicazione della legge e la sicurezza della donna. Anche dalla clinica Mangiagalli di Milano sono partiti ieri i primi ordinativi, dopo le prime richieste delle donne che desiderano abortire con la Ru486. E in Piemonte, secondo il radicale Silvio Viale, la Ru486 sarebbe stata ordinata, ma non sarebbe in vista negli ospedali.Intanto il capogruppo a Palazzo Madama dell’Udc, Gianpiero D’Alia, chiede al presidente del Senato, Renato Schifani, che oggi Fazio nel question time dia chiarimenti sulle competenze delle regioni e sulla eventuale necessità di un intervento risolutivo nazionale. È polemica infine tra gli ex di An: il webmagazine di "Farefuturo" e "il Secolo" sponsorizzano l’esaltazione della pillola fatta da Filippo Facci su "Libero", polemizzando con Alfredo Mantovano.
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