sabato 12 febbraio 2011
Impegno dei credenti a sostegno di una legge «giusta e non confessionale»; lo chiede a proposito della legge sul testamento biologico, prossimamente in discussione alla Camera, un editoriale di Roma Sette, il settimanale del vicariato di Roma, in edicola domenica. Intanto in Commissione Affari Parlamentari i tempi sembrano destinati a slittare. A Torino sulla prossima istituzione del registro dei testamenti biologici il cardinale Nosiglia commenta: forzatura.
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Impegno dei credenti a sostegno di una legge "giusta e non confessionale" e supporto ai "parlamentari" nella difesa di una "visione antropologica" fondata sulla tutela della "dignità umana". Li chiede a proposito della legge sul testamento biologico prossimamente in discussione alla Camera, un editoriale di Roma Sette, il settimanale della diocesi di Roma, in edicola domenica, il cui testo è stato anticipato sabato."È facilmente immaginabile - afferma l'editoriale - che anche la prossima discussione parlamentare susciterà nuovamente un'ampia discussione in cui si cercherà di favorire il principio di autodeterminazione, sganciandolo dalla contestuale tutela della vita. È questo - afferma - un primo passo per favorire la legalizzazione dell'eutanasia in quella che viene definita la forma passiva ed omissiva, in nome di una falsa idea della pietà e della libertà". "È, dunque, necessario - chiede l'editoriale - che tutti i credenti, illuminati dal magistero del Papa e dei Vescovi, sappiano difendere i punti qualificanti di una legge giusta e non confessionale, coerente con i principi della retta ragione oltre che con la fede cristiana". Romasette chiede un impegno in particolare degli operatori sanitari e delle parrocchie. "È un impegno decisivo per il futuro nel nostro Paese - rimarca - perché, come ha recentemente ricordato il Santo Padre incontrando gli amministratori di Roma e del Lazio, 'la misura dell'umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferentè (Spe Salvi, 38)"."È, quindi, opportuno - conclude - che i Parlamentari si sentano sostenuti nel difendere una visione antropologica che ha come finalità ultima quella di difendere la dignità dell'essere umano anche quando è gravemente ammalato o afflitto da gravi disabilità".SLITTANO I TEMPI IN COMMISSIONELa Commissione Affari Costituzionali ha proseguito in settimana l'esame, in sede consultiva, del testo base 2350 in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento. Si puntava ad arrivare in questi giorni all'approvazione del parere, ma si sono avuti ulteriori interventi di Roberto Zaccaria del PD, Paola Binetti dell'UDC, Matteo Brigantini della Lega Nord, Barbara Pollastrini del PD che hanno ribadito le posizioni favorevoli o, ancora fortemente contrarie, al testo riproponendo i temi del contrasto tra libertà di scelta ed obbligo di tutela della vita. Era atteso il parere anche della Commissione Giustizia, ma è stato rinviato alla prossima settimana anche per attendere il rientro della Presidente Giulia Bongiorno che nell'autunno scorso aveva svolto una relazione con molte riserve sulla pdl. Si punta, comunque, a completare l'iter referente in Commissione Affari Sociali entro febbraio per avviare la discussione in aula.I REGISTRI A TORINO, IL CARDINALE NOSIGLIA: FORZATURESul testamento biologico non si devono "forzare soluzioni che appaiono giustificate piu" daragioni precostituite sul piano politico che etico". Lo ha detto l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, a un convegno per la Giornata del malato. Mons. Nosiglia è intervenuto sulla prossima istituzione del registro dei testamenti biologici al Comune di Torino invitando a non creare "ulteriori divisioni in nome di battaglie di principio che non servono a risolvere concretamente i reali bisogni e il vero bene comune dei cittadini. Anche il cosiddetto testamento biologico - ha aggiunto l'arcivescovo - è entrato a far parte del dibattito ecologico, in cui la preoccupazione è affermare la propria posizione di parte e non piuttosto cercare di approfondire la questione".Per l'arcivescovo di Torino, l'istituzione del registro "ha un valore puramente simbolico perché non potrà avere alcuna applicazione pratica per chi lo sottoscrive" e la "competenza della materia è riservata allo Stato e non agli enti locali".
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