lunedì 6 aprile 2015
​Ieri la condanna della società per gli striscioni contro la madre di Ciro: "sconfitta per tutti". La Figc: chiarire le dinamiche. Il legale della famiglia Esposito: penalizzazione alla squadra.
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"Ogni vita persa per una partita è una sconfitta, l'enorme dolore che ne consegue merita il massimo rispetto e richiede l'impegno di tutti perchè non si rinnovi, neanche in forma verbale, sugli spalti". Lo ha detto ieri il presidente della Roma Pallotta a proposito degli striscioni contro la madre di Ciro Esposito. Gli striscioni offensivi nei confronti della madre del ragazzo morto negli incidenti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia dello scorso anno sono comparsi all'Olimpico prima e durante Roma-Napoli giocata sabato. La società giallorossa, criticata proprio per il suo silenzio, ha diramato una dichiarazione ufficiale del suo presidente: "la Roma ritiene che ogni episodio che porti alla perdita di una vita in concomitanza di una partita di calcio, come accaduto ad esempio a Ciro Esposito, ad Antonio De Falchi, a Gabriele Sandri, a Vincenzo Spagnolo, a Filippo Raciti, Vincenzo Paparelli o ad altri, rappresenti una sconfitta dell'intera società civile, al di là delle appartenenze a squadre, società, gruppi di tifosi". "È evidente che l'enorme dolore che ne consegue meriti il massimo ed incondizionato rispetto da parte di tutti e richieda l'impegno di tutte le parti, tifosi, società e forze dell'ordine, affinché non si rinnovi, neanche in forma verbale, sugli spalti di uno stadio". Poco prima il legale della madre di Ciro aveva accusato la Roma e i suoi tifosi si essersi "dimostrati più volte violenti e discriminatori nei fatti e nelle azioni. Chiediamo pertanto al Coni e alla Federcalcio per la palese responsabilità oggettiva e le gravi violazioni un intervento urgente e fermo secondo i noti principi della Uefa No Razzismo No Violenza verbale e materiale nel Calcio, applicando secondo le regole europee 5 punti di penalizzazione per la Roma e squalifica dello Stadio Olimpico di Roma". Dura condanna sull'attendismo della Roma anche da parte della Figc. ​"Esprimo tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza alla signora Leardi, gravemente offesa nel suo dolore più profondo dal contenuto degli striscioni apparsi allo stadio Olimpico di Roma". Con queste parole il presidente della Figc Carlo Tavecchio si rivolge alla madre del tifoso napoletano Ciro Esposito, morto in seguito agli incidenti occorsi prima della finale di Coppa Italia dello scorso anno. Tavecchio stigmatizza senza appello quanto successo sabato: "Condanno l'accaduto - sottolinea -, del quale la Procura Federale si è già interessata. Sarebbe però da chiarire come sia possibile che succeda in uno stadio con il massimo livello di sicurezza". "Le partite del nostro campionato dovrebbero essere un luogo di gioia e non di insulto, per questo lavoriamo sulla trasmissione dei valori alla base del calcio - conclude il massimo dirigente della federcalcio -: l'ignoranza e la violenza sono mali sociali che si estirpano con progetti comuni, di tutte le componenti sportive e politiche, oltre al contributo fondamentale dei media".
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