Non li ha fermati nemmeno una specie di diluvio abbattutosi sulla Capitale fino a cinque minuti prima l’inizio del sit in davanti al Tmb sulla Salaria. Chiedono «un’unità di crisi con Regione, Comune e Ama per la sua chiusura», la conferma della chiusura entro il 2019 «e un cronoprogramma fino alla sua dismissione», vogliono «la massima trasparenza su tutti i dati del monitoraggio e del controllo sull’impianto» e che «si tenga conto dei fastidi e dei malesseri lamentati dai cittadini». Il grande accusato è l’impianto di trattamento meccanico biologico (appunto, Tmb) dei rifiuti. E c’era un migliaio di persone, ieri pomeriggio, a protestare. A ribellarsi per essere "asfissiati" dalla puzza che avvolge quasi ogni giorno (e notte) l’intero quadrante nord di Roma, tant’è che gente arrivata anche dal quartiere Africano e dai Parioli.
«In due anni siamo passati da 40 funerali ogni anno a 75/80. In due anni sono morte 199 persone sotto i 75 anni e non si contano quelli che se ne sono andati altrove. Sicuramente non possiamo dire che la causa è l’impianto Tmb, i numeri soltanto della mia parrocchia sono però questi», spiega don Cristian Prestianni, parroco di "Santa Felicita e Figli Martiri" a Fidene. Giovanni Caudo è il minisindaco del III Municipio ed è qui con tanto di fascia: «La nostra Giunta ha interpretato questo mandato come sindacato di territorio» e questo sit in «non è la fine di un percorso di lotta, ma una battaglia di sette anni alla quale stiamo ridando vigore e non ci fermeremo».
La gente qui ha anche realizzato un monitoraggio volontario con 240 schede di rilevazione fra agosto e settembre scorsi, col risultato è stato di 1.082 casi di nausea, mal di testa o vertigini, 395 di mal di gola o bruciore di occhi e naso o tosse, 91 di difficoltà di respirazione e 243 casi di più disturbi insieme su un totale di 3.483 segnalazioni di odori, di cui 1.672 non associate a disturbi.
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