Si avvicina la chiusura (almeno quella ufficiale...) dell’emergenza rifiuti in Campania. Ma non ci sono più soldi e si chiede un “prestito” alle altre emergenze. Il 31 dicembre il capo della Protezione civile Guido Bertolaso passarà il testimone alla Regione per il rientro nella normalità, dopo 15 anni di commissariamento. Ma le casse sono vuote. In particolare per la manutenzione degli impianti, dalle discariche agli ex Cdr (combustibile da rifiuti) oggi ribattezzati Stir. I comuni continuano a non pagare la struttura commissariale per i servizi forniti. Anzi ci sono arretrati di anni: ben 300 milioni di euro. E così, senza soldi, non sarà possibile completare i lavori, fondamentali per permettere di passare alle gestione ordinaria. Cosa fare? Si è deciso di pescare dalle altre emergenze sparse per il Paese.La decisione è contenuta nell’ordinanza di Protezione civile 3819 del 6 novembre, firmata dal premier Berlusconi. Leggiamo. «Al fine di assolvere agli interventi nel territorio della regione Campania connessi al complessivo ciclo di gestione dei rifiuti, il Sottosegretario di Stato all’emergenza rifiuti è autorizzato a disporre, in via d’urgenza, delle risorse finanziarie presenti sulle contabilità speciali intestate ai Commissari delegati per le altre emergenze in atto, quali anticipazioni da rimborsare». In altre parole, il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania prenderà in prestito 80 milioni di euro dagli altri commissari. Si tratterà, assicurano, solo di «un’anticipazione temporanea da contabilità speciali che hanno una capienza sufficiente» a raggiungere questa cifra. E, comunque, dovranno essere restituiti entro il primo trimestre del 2010. Non è la prima volta che l’emergenza rifiuti in Campania è a corto di fondi. Già otto mesi fa proprio Bertolaso, nella prima relazione al Parlamento, aveva lanciato l’allarme. «La differenza tra entrate e uscite previste nel 2009 è imponente e di assoluta gravità». E concludeva: «Se non ci fossero ulteriori trasferimenti statali si dovranno prevedere situazioni di grave criticità». Allarme, evidentemente, non ascoltato se ora si deve ricorrere ai “prestiti”.Eppure, il successivo 29 luglio, rispondendo ad un’interrogazione del deputato Pd Ermete Realacci (nata dopo la pubblicazione da parte di Avvenire dei contenuti della Relazione), aveva confermato la gravissima situazione. «Al momento permane uno stato di criticità economico finanziario causato soprattutto dal mancato ed irregolare versamento delle quote dovute dai comuni per i quali viene effettuato il servizio e dalla inesistenza di ulteriori entrate». Sono passati quattro mesi ed evidentemente nessuno ha raccolto l’allarme di Bertolaso. Inoltre i debiti dei comuni sono saliti dai 223 milioni di marzo ai 300 di oggi. Ma non era stato tutto risolto in Campania? Non è certo un buon segnale mentre si dovrebbe chiudere l’emergenza. E proprio a proposito di emergenza, sorge un dubbio: ma se le altre emergenze possono permettersi di prestare i propri fondi a quella dei rifiuti, che emergenze erano? Purtroppo, in Italia, ormai un’emergenza non la si nega nessuno. Tra nuove e prorogate quelle attualmente in vigore sono circa 70. Tutte necessarie? E i fondi stanziati erano corretti? Il prestito alla Campania sembra giustificare ora qualche dubbio. Ma anche un altro. Dal testo dell’ordinanza par di capire che a restituire i soldi non sarà la Campania (regione e comuni) ma la Protezione civile con gli stanziamenti del suo Fondo. Ma, come si legge nel stito del Dipartimento, questo Fondo è stato ridotto pesantemente, passando da 196 a 142 milioni (per il 2010 e il 2011 sono previsti tagli ulteriori del 26,13 e del 29,58%). A questo fa riferimento l’ordinanza quando parla di «procedure finalizzate all’esigibilità degli stanziamenti»? E se non arrivassero? Che fine farebbero le altre emergenze?