Tra le misure per reperire i fondi necessari alla ricostruzione delle zone terremotate, spunta anche un prelievo aggiuntivo una tantum sui contribuenti ad alto reddito, mentre non si placa la polemica sull’utilizzo di parte del 5 per mille del-l’Irpef, tanto che interviene a chiarire la sua proposta il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il contributo obbligatorio - anche se ieri sera Palazzo Chigi ha smentito che la decisione sia già stata presa - potrebbe scattare per chi supera la soglia dei 120-130 mila euro di reddito annuo. I tecnici dei diversi ministeri sono al lavoro per la messa a punto del provvedimento, che non sarebbe ancora nella fase conclusiva, in vista del Consiglio dei ministri del 23 aprile. Ventilata anche un’addizionale sul Superenalotto Tra le ipotesi sul tappeto, nonostante tutto, rimane anche il possibile utilizzo di un 'nuovo 5 per mille' secondo la filosofia illustrata ieri da Tremonti. «Lo spirito del 5 per mille – ha spiegato – è 'tu destini un pezzo della tua imposta a una causa che ti sembra buona e giusta'. A noi è sembrato che il terremoto dell’Aquila fosse una causale giusta. La maggioranza degli italiani questo vuole».Ai critici il ministro ha risposto: «Non si toglie nulla al volontariato, sennò il 5 per mille non l’avrei pensato tanti anni fa. Si dà in più, una causale in più e soldi in più. Non soldi in meno al volontariato, ma soldi in più per il terremoto». Si parla dunque della possibilità che arrivi un ulteriore 5 per mille, che non intacchi le quote già oggi destinate al terzo settore. In precedenza, tuttavia, un appello bipartisan di Maurizio Lupi, Ugo Sposetti, Vannino Chiti e Maurizio Gasparri, (primi quattro firmatari alla Camera e al Senato della proposta di legge ad hoc), aveva definito «particolarmente insidiosa» l’ipotesi di «integrare» il meccanismo di sostegno al volontariato con una specifica destinazione all’Abruzzo. E prima non erano mancate nuove critiche alla proposta. Gianluca Lioni, responsabile terzo settore ed associazionismo del Pd, ha parlato di «gioco delle tre carte », sostenendo che il chiarimento di Tremonti non aveva fugato i timori. Tra le misure annunciate il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha ribadito poi «un accesso più agevole al- le indennità di disoccupazione, alla cassa integrazione e a ogni strumento di protezione sociale» per chi ha perso il lavoro, anche «per i lavoratori autonomi, cioè artigiani, commercianti, collaboratori a progetto, professionisti ». Il segretario del Pd, Dario Franceschini, poi, ha confermato di esser pronto a discutere, ma ha chiesto di tener distinte due fasi: «C’è una prima esigenza di reperire le risorse necessarie a fronteggiare l’emergenza poi c’è un secondo livello di risorse che serviranno per la ricostruzione». E il responsabile economia del partito, Pierluigi Bersani, in visita nelle zone terremotate, ha invitato a «concentrarsi sulla 'fase uno'» sulle cose da fare da qui a Natale. «Un miliardo potrebbe arrivare dai risparmi sull’election day e su altri risparmi a capitoli di spesa – ha spiegato –. Un altro miliardo potrebbe essere invece anticipato dalla cassa Depositi e Prestiti». Ha invitato anche a finirla «con le espressioni estemporanee » e a mettersi «a ragionare, ma non nel solco di una proposta al giorno che spesso non ha senso ». Bersani inoltre ha messo in guardia dall’introdurre «una mega sanatoria » dietro alla proposta di scudo fiscale. «Se i capitali vogliono rientrare – ha ammonito – devono pagare il giusto». E sulla stima del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, di 12 miliardi necessari per la ricostruzione, l’esponente del Pd ha commentato: «In questo momento nessuno è in grado di fare una stima precisa». La cifra, ha replicato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, era riferita «ai precedenti terremoti e non a una valutazione, che allo stato attuale ancora non c’è, dei danni di questo terremoto ». Infine è polemica sul ponte di Messina. Vannino Chiti ha proposto il rinvio di qualche anno spostando i fondi sull’Abruzzo, provocando la reazione del Mpa, che per bocca di Giovanni Pistorio, ha liquidato le parole dell’esponente del Pd come dichiarazioni «totalmente prive di efficacia». Per il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, «in questo momento l’Abruzzo deve avere delle solidarietà soprattutto nell’impegno a destinare la priorità delle risorse».