mercoledì 24 marzo 2010
Via libera della commissione per le Politiche dell'Unione europea della Camera alla legge comunitaria 2010. Il provvedimento sarà da lunedì all'esame dell'Aula. Tra gli emendamenti approvati oggi, un ampliamento della responsabilità civile dei magistrati. Reagisce l'opposizione.
COMMENTA E CONDIVIDI
Pronta per andare in aula alla Camera, dopo un doppio passaggio in commissione, la legge comunitaria (che recepisce alcune disposizioni dell’Ue) nasconde nella sue pieghe un’anticipazione della riforma costituzionale della giustizia varata il 10 marzo dal governo. Un’anticipazione non di poco conto, visto che viene introdotta, grazie a un emendamento del leghista Gianluca Pini, una forma anche piuttosto estesa di responsabilità civile del magistrato. Giustificata come la necessità di venire incontro a una richiesta dell’Unione europea in tal senso. Le opposizioni hanno parlato di blitz della maggioranza, accusata di voler far approvare, alla chetichella, in modo surrettizio e senza alcuna discussione, una parte importante della riforma della giustizia. Ma il centrodestra ha tenuto duro. Così ieri, dopo un passaggio in Commissione Giustizia per un parere, la Commissione politiche europee ha approvato, a maggioranza, la legge comunitaria, facendo proprio l’emendamento Pini. L’emendamento sarà leggermente modificato in aula, ha annunciato il relatore, per tenere conto del parere tecnico della Commissione Giustizia: un  parere che non ne modifica la sostanza.Il testo, così come è uscito dalle commissioni, prevede che il magistrato possa essere chiamato a rispondere sul piano civile non più per «dolo e colpa grave», così come prevede la legge vigente, ma per una «violazione manifesta del diritto». Una ipotesi, secondo le opposizioni, talmente generica, che allargherebbe in modo abnorme la casistica di ricorsi contro i magistrati, intimidendoli preventivamente o addirittura bloccando i tribunali. L’Udc aveva proposto una formula di mediazione, ma è stata bocciata dalla maggioranza, insieme a un emendamento del Pd. Duri i commenti delle opposizioni. Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc parla di norma «inaccettabile nel contenuto e offensiva nella forma: si approfitta della legge comunitaria per finalità del tutto estranee alla natura della legge». Senza contare, aggiunge Roberto Rao, che a pagare dovrà essere lo Stato. La presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno (Fli) spara a zero: «Sarà solo una norma che creerà del caos interpretativo tra i magistrati e avrà il sapore punitivo nei loro confronti». Per Federico Palomba (Idv) si tratta né più e né meno di un «golpe». Mentre, per il Pd, Donatella Ferranti accusa: «l’emendamento Pini avrà effetti estremamente dannosi per l’erario e destabilizzanti per l’intero sistema giustizia. La verità è che pur di intimidire la magistratura e trasformarla in un corpo di burocrati, la maggioranza è disposta a sprecare il denaro pubblico». Mentre Lega e Pdl fanno quadrato (Enrico Costa dice che si tratta «di norme di civiltà, nell’interesse dei cittadini, tese a rispettare con oltre venti anni di ritardo l’esito inequivoco di un referendum in materia»), interviene anche Luca Palamara, segretario dell’Anm. Per lui «è evidente che è cominciata la stagione delle misure punitive» nei confronti dei magistrati.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: