mercoledì 13 gennaio 2021
Le motivazioni nelle scelte di metodo e di merito del premier. Tre i punti cardine: rispetto delle forme democratiche, far ripartire economia e cantieri, accettare il Mes. Al voto nel 2023
Il leader di Iv Renzi alla Camera

Il leader di Iv Renzi alla Camera - Ansa

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È più che un ultimatum, quello di Italia Viva. I ministri dell’Agricoltura e della Famiglia Teresa Bellanova, Elena Bonetti e il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto hanno rassegnato le loro dimissioni. I motivi, spiegati dal leader di Iv Matteo Renzi in una conferenza stampa fiume alla Camera, sono sia di metodo che di merito sull’operato del premier Conte sia sulla gestione della pandemia che degli aiuti europei.

Nessuna pregiudiziale, dice Renzi, si è aperti a qualsiasi ipotesi (sia con premier Conte che con altri nomi a presidente del Consiglio) per far ripartire l’Italia tranne che un «ribaltone» con le forze di destra, certo è che per elezioni se ne parlerà di certo nel 2023. E che Italia Viva voterà il nuovo scostamento di bilancio e qualsiasi altro decreto Ristori. Tre sono i punti cardine su cui si potrebbe riaprire un dialogo con il presidente del Consiglio: il rispetto delle forme democratiche e delle «liturgie democratiche», poi far ripartire l’economia, sbloccare i cantieri e riaprire le scuole, infine il Recovery Fund dove «molto è migliorato», ma non abbastanza, insieme alla scelta di accettare il Mes.

Va giù pesante il senatore Renzi, togliendosi più di un sassolino dalla scarpa sui comportamenti del premier. «La nostra responsabilità è dare risposte al Paese, la crisi politica non è aperta da Iv. È aperta da mesi», esordisce, ribadendo più volte che «non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri» né di utilizzare in maniera «ridondante» le dirette tv. Perché «non si governa con i like e i follower». Pur avendo «una fiducia incrollabile nel presidente Mattarella, nella sua persona e nel suo ruolo», Renzi continua mettendo una dopo l’altra tutto ciò che di questo governo non gli è andato giù.

Da qui il primo punto di metodo: il rispetto delle regole democratiche. « Noi non giochiamo con le istituzioni, la democrazia non è un reality show. La politica non è una storia su Instagram», dice. Da sola infatti l’emergenza sanitaria non può tenere in vita un governo, per questo secondo il senatore fiorentino (questa la seconda questione) affrontare la pandemia significa «avere desiderio e bisogno di sbloccare i cantieri e agire sulle politiche industriali», di riportare i ragazzi nelle scuole, di creare occupazione. Un aiuto potrebbe arrivare dagli aiuti europei – ecco il terzo punto – il Recovery Fund e soprattutto il Mes. «Sul Recovery sono stati fatti passi importanti – ammette Renzi – Ma resta un grande problema, perché non si prende il Mes? Mes vuol dire più fondi per la sanità, non prenderli per un motivo ideologico è inspiegabile, irresponsabile».

Poi riferendosi alle parole del capo dello Stato che nel discorso di fine anno ha parlato del momento giusto di essere costruttori, Matteo Renzi aggiunge: «Se è chiaro dove si vuole arrivare, si costruisce. Se non è chiaro, non c'è nessuna costruzione. Se non c'è progetto non si costruisce. Noi siamo orgogliosamente costruttori».


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