La conferenza per le Regioni - Foto d'archivio
Senza un'adeguata copertura al definanziamento previsto del Pnrr si rischia il blocco dei cantieri. A lanciare l'allarme sono le Regioni che oggi in Conferenza hanno discusso un documento da presentare al governo con criticità e perplessità sollevate sul "nuovo" Piano. La sostituzione delle risorse europee con quelle del bilancio – segnalano infatti i governatori - «potrebbe rappresentare un'incognita forte data da saldi di finanza pubblica e dall'entrata in vigore della nuova governance europea, un rischio blocco dei cantieri senza la certezza dei finanziamenti». Da qui la necessità di un incontro con Palazzo Chigi, e in particolar modo al ministro Raffaele Fitto, per trovare una soluzione, coinvolgendo in prima persona gli enti locali, partendo dalle criticità sollevate proprio dai governatori. Le Regioni insomma cercano di battere cassa, chiedendo al governo di garantire le coperture necessarie a coprire il definanziamento di attività e progetti in seguito alla revisione del Pnrr. Tra questi ci sono i progetti di rigenerazione urbana e i piani urbani integrati, particolarmente cari agli enti locali.
Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni - Foto d'archivio
«Le Regioni sono pronte a collaborare per il processo di rimodulazione del Pnrr», dice Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, al termine della riunione. «Lo riteniamo fondamentale per il successo degli interventi che dovranno concludersi rispettando il termine del 2026 al fine di garantire la piena attuazione del piano. Il documento sulle proposte di revisione delle singole misure è stato oggetto oggi - aggiunge - di discussione all'interno della Conferenza delle Regioni, dopo la sua presentazione nella cabina di regia. Alla fase di elaborazione del documento di revisione non abbiamo lavorato, ma cogliamo positivamente la disponibilità del ministro al confronto e al dialogo». Tra le proposte - sottolinea Fedriga – l’utilizzo per misure oggetto di revisione, o di stralcio dal Pnrr, «di fonti di finanziamenti afferenti alle politiche di coesione e in particolare al Fsc. Occorre, per questo, rafforzare i meccanismi di raccordo e il supporto con le Amministrazioni regionali e le Province autonome, soprattutto in relazione alle questioni tecniche, di attuazione e monitoraggio».
La previsione
Sul quadro macroeconomico italiano «vi sono rilevanti fattori d'incertezza anche all'interno del nostro Paese, in primo luogo sull'evoluzione del Pnrr per il quale il governo ha recentemente proposto alcune modifiche», scrive l'Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) nella nota sulla congiuntura di agosto, in cui sottolinea anche i rischi principali derivanti dalle variabili internazionali (dal costo delle materie prime al ciclo economico europeo). La stima di crescita dell'Ufficio parlamentare di bilancio per l'anno in corso si allinea quindi alla previsione contenuta nel Def, che indica appunto un aumento del Pil quest'anno dell'1%. Per il 2024 il governo prevede invece una crescita dell'1,5%. «Lo scenario macroeconomico dell'economia italiana appare nel complesso soggetto a rischi, nel complesso orientati al ribasso.I rischi principali - evidenzia ancora l'Autorità per i conti pubblici - sono di natura internazionale, con riferimento in particolare al ciclo europeo e alla volatilità dei mercati delle materie prime. Tuttavia, vi sono rilevanti fattori d'incertezza anche all'interno del nostro Paese».