mercoledì 9 febbraio 2011
Hanno sparato per ucciderlo, ma si è salvato per puro caso, grazie a uno zaino che portava sulle spalle e che ha frenato la corsa del proiettile. Tiberio Bentivoglio, titolare di una farmacia, è stato uno dei promotori di Reggio Libera Reggio. Don Luigi Ciotti ha sottolineato la necessità di «rompere il silenzio e di avere il coraggio della denuncia seria, documentata».
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Hanno sparato per ucciderlo, ma si è salvato per puro caso, grazie ad uno zaino che portava sulle spalle e che ha frenato la corsa del proiettile. Tiberio Bentivoglio, titolare di una farmacia-sanitari a Reggio Calabria, che nel 1992 denunciò i presunti autori di un furto compiuto nel suo negozio dopo che aveva rifiutato di pagare il pizzo, è scampato così ad un agguato rimanendo ferito ad una gamba.Il movente, secondo gli investigatori, è da ricercare nel suo impegno contro il crimine. Bentivoglio, infatti, da anni è impegnato nella lotta antiracket. L'imprenditore, titolare della "Sanitaria Sant'Elia", è socio di Libera ed è stato uno dei promotori di Reggio Libera Reggio, un'associazione che si oppone al racket e alla 'ndrangheta. Nell'aprile dello scorso anno, nel corso di una manifestazione di Libera a Reggio Calabria, è stato il primo commerciante a ricevere il logo di Reggio libera Reggio.Nel corso della sua attività, dopo avere denunciato i suoi estortori, ha subito una serie di attentati, l'ultimo dei quali nel 2008, ma ha continuato a rifiutare di pagare il pizzo, proseguendo nel suo impegno antiracket.L'agguato è stato compiuto a Ortì, nell'entroterra di Reggio Calabria, a poca distanza dalla città, dove Bentivoglio possiede un piccolo appezzamento di terreno dove ogni tanto si reca. Mentre l'uomo stava salendo sul suo furgone, qualcuno gli ha sparato contro quattro proiettili di pistola calibro 7.65. Uno si è fermato nello zaino, uno ha colpito la fiancata del mezzo, un altro si è perso e l'ultimo lo ha raggiunto a un polpaccio. Bentivoglio, che aveva con se una pistola legalmente detenuta, ha sparato alcuni colpi in aria mettendo in fuga il sicario.Numerose le reazioni alla notizia dell'agguato a Bentivoglio da parte di associazioni, politici e movimenti. A cominciare da quello del presidente di Libera, don Luigi Ciotti, che ha sottolineato la necessità di «rompere il silenzio e di avere il coraggio della denuncia seria, documentata». Una denuncia, ha aggiunto, che deve essere affiancata «dalla forza della proposta che insieme alle forze dell'ordine, alla magistratura, e quella parte trasparente delle istituzioni, cittadini e associazioni dobbiamo portare».
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