lunedì 10 giugno 2024
La premier: «È un voto che ci conferma». La leader dem: siamo il partito che cresce di più. E Morassut propone «una costituente» con verdi e sinistra. Iv attacca Calenda. Salvini si consola
Giorgia Meloni sale sul palco dell'hotel Parco dei principi, a Roma, quartier generale elettorale di Fratelli d'Italia

Giorgia Meloni sale sul palco dell'hotel Parco dei principi, a Roma, quartier generale elettorale di Fratelli d'Italia - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Chi esulta, chi recrimina, chi guarda al futuro. Non si discosta dalla norma, il panorama delle reazioni a caldo sulle elezioni europee che i leader consegnano quando lo scrutinio è ancora in corso e a circolare sono soltanto gli exit poll e le prime proiezioni. Il quadro che emerge racconta un consolidamento dei consensi dei due principali partiti del Paese: Fratelli d’Italia e Partito democratico. Ridimensionata la Lega, che è superata da Forza Italia con Noi moderati, forte delusione in casa 5 Stelle. Non raggiungono in quorum del 4% né Stati Uniti d'Europa di Renzi e Bonino né Azione di Carlo Calenda.

Giorgia Meloni trascorre la lunga notte a casa, insieme alla sorella Arianna. Ma quando mancano venti minuti all'una si può già concedere un primo commento su X, corredato da bandierina tricolore e foto con la V di vittoria: «Fratelli d'Italia si conferma primo partito italiano, superando il risultato delle scorse elezioni politiche. Grazie!». Alle due precise della notte la leader di Fdi si affaccia nella sala dell'hotel "Parco dei principi" e afferma: «Ci siamo visti qui due anni fa ed era una bella notte, per me questa è ancora più bella. Dopo due anni di governo nella peggiore situazione possibile, questo voto è una conferma e dice "voi siete", non "speriamo che voi siate" come era due anni fa». Si dice contenta poi del risultato anche di Fi e Lega e aggiunge: «Il sistema torna bipolare ed è una buona notizia. E l'Italia si presenta al G7 e in Europa con il governo più forte di tutti, è una soddisfazione e anche una grande responsabilità». E conclude: «Ci hanno visto arrivare e non ci hanno fermati».

Un’analisi analoga fa respirare aria di «fiducia, moderazione e calma» nel quartier generale di Forza Italia. Arriva Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, e rompe lui gli indugi: il risultato della joint venture con Antonio Tajani è buono perché quel 10% «è molto più della somma dei due partiti». Il segretario azzurro segue a ruota e parla di «un risultato straordinario, Forza Italia cresce rispetto a tutte le ultime elezioni. Una vittoria che dedichiamo al presidente Silvio Berlusconi». Mentre Tommaso Foti, capogruppo meloniano alla Camera, approfitta della decisione-lampo di Emmanuel Macron di sciogliere il Parlamento francese per promuovere il premierato all’italiana: «Macron in 5 minuti scioglie le Camere e qui, per il premierato, si grida all’attentato alla Costituzione».

Non serve l’esito dello spoglio, alla coordinatrice di Italia viva Raffaela Paita, per attaccare il “fratello-coltello” Carlo Calenda di Azione. Di fronte a sondaggi che ballano pericolosamente sul filo della soglia del 4%, che significa stare dentro o fuori dall’Europarlamento, l’esponente renziana ha un “colpevole” pronto: «La decisione di Calenda di rompere il Terzo polo e la lista Stati Uniti d'Europa è stata un gesto irresponsabile che ha penalizzato il fronte dei riformisti».

A Largo del Nazareno, sede del Pd, la segretaria Elly Schlein arriva quasi a mezzanotte con un mazzo di carte da gioco, la chitarra e un chitarrista d’eccezione, ovvero il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. I vari “poll” e le prime proiezioni alimentano un cauto ottimismo. Pare proprio che il Pd, anche per la debacle dei socialdemocratici tedeschi, sarà la spina dorsale del gruppo Socialisti & Democratici nella nuova Eurocamera. «È un risultato per noi straordinario - dice poi quando parla alle due meno un quarto della notte -, siamo il partito che cresce di più dalle politiche, la distanza da Fdi si restringe. Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l'alternativa, continueremo a essere testardamente unitari, sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l'alternativa. La somma delle forze di opposizione supera quella della maggioranza».

Accanto a lei, il presidente Stefano Bonaccini dà anche i nomi dei primi eletti: oltre a se stesso, ci sarebbero Cecilia Strada e Antonio Decaro. Se i dati saranno confermati nella notte, ragiona Igor Taruffi, responsabile organizzazione della segreteria del partito, «ci assegneranno la responsabilita' di dare una alternativa al Paese». Più esplicito il deputato dem di lungo corso Roberto Morassut, che propone «una costituente tra socialisti e ambientalisti, che dialoghi con i liberal progressisti», di cui «l'Italia può essere un laboratorio» con «una costituente federativa tra il Partito Democratico e alleanza Verdi e sinistra. Un polo del 30 per cento che può essere il nucleo trainante di un vero campo largo». Angelo Bonelli, che insieme a Nicola Fratoianni guida l’Alleanza Verdi-Sinistra, raccoglie l’invito quasi in tempo reale, salutando positivamente (oltre le previsioni già a mezzanotte e 13 minuti i dati provvisori) della sua lista. E Fratoianni annuncia raggiante l'elezione a Strasburgo di Ilaria Salis, da oltre un anno detenuta in attesa di giudizio a Budapest: «Abbiamo travolto la soglia, una bellissima gioia».

Nel frattempo Matteo Salvini, in via Bellerio con i suoi fedelissimi, trattiene il respiro in attesa di metabolizzare il sorpasso di Forza Italia ai danni della sua Lega. Sembra il fallimento dell’operazione Vannacci, capace di far vacillare la leadership del “capitano”, già messa fortemente a rischio dalla pubblica dichiarazione di voto di Umberto Bossi a favore di Reguzzoni, ex leghista candidato stavolta proprio con Forza Italia. Il segretario della Lega parla solo a notte fonda, spiega che alla luce del risultato «la stabilità del governo non è in discussione», ma parlando del risultato del suo partito cerca di mascherare la delusione affermando che «da un anno tutti ci davano per morti, ma siamo vivi e vivaci» e «se siamo anche di uno 0 virgola sopra al risultato delle politiche la soddisfazione c'è». Inevitabile un commento sulla candidatura del generale Vannacci: «Se Vannacci si avvicina al mezzo milione di preferenze, facendo il primo in tutti e cinque i collegi, vuol dire che il tratto di strada che faremo insieme è approvato dagli elettori leghisti e non leghisti».

L’altro grande deluso è il Movimento 5 stelle, di solito più forte nel Meridione, dove l’affluenza è stata più bassa. E Giuseppe Conte, quando si presenta davanti alle telecamere, affronta di petto l'evidenza: «E' un risultato deludente su cui ci confronteremo. Ma i nostri eletti porteranno avanti le nostre battaglie». Tuttavia per Mariolina Castellone, vicepresidente pentastellata del Senato, l’analisi è che «il Sud ha scelto di non partecipare a questa tornata elettorale, fossi al governo una domanda me la farei...». Ma forse a Palazzo Chigi la pensano diversamente.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: