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Un risultato «clamoroso» e «tutt'altro che scontato», specie in un contesto internazionale in cui «i partiti di governo soffrono» e l'Italia, invece, «va totalmente in controtendenza con un risultato molto importante di Fratelli d'Italia e con un maggioranza che cresce complessivamente». Sono toni comprensibilmente entusiastici quelli scelti da Giorgia Meloni per commentare i risultati del voto il giorno dopo la chiusura delle urne. Del resto il suo partito va molto al di là dell’asticella posta dalla stessa premier in campagna elettorale (il 26% ottenuto alle politiche), sfiorando il 29% e il conto delle preferenze personali (oltre 2milioni di voti) rende la vittoria ancora più dolce: «È una risposta che aspettavo e sono felice di aver avuto – dice ai microfoni del Tg1 –. Gli italiani ci chiedono di andare avanti, ci chiedono di continuare a fare il nostro lavoro, capiscono i colpi bassi, certi metodi e sono ancora più determinata oggi a fare quello che va fatto per la nazione migliorarne le condizioni». «Credo che si viaggi intorno a 2,5 milioni di preferenze personali. Questo è un dato straordinario, un messaggio personale che gli italiani mi hanno dato che mi riempie di orgoglio e di responsabilità – aggiunge –. I festeggiamenti, per quanto mi riguarda, quando le elezioni vanno bene durano 5 minuti dopo di che viene tutto trasformato in responsabilità. Dopo quasi due anni di governo, ora è la conferma di quella speranza».
A difendersi da quella che in molti giudicano una sconfitta è invece il leader della Lega, Matteo Salvini, che raccoglie il risultato minimo prudentemente annunciato in campagna e si consola con la performance del “suo” Roberto Vannacci: «Visto che da almeno un anno, su tutti i giornali, si parlava dell'imminente scomparsa della Lega, ringrazio chi ha allungato la vita a me e alla Lega», contrattacca il “capitano”, che manda anche un messaggio chiaro ai detrattori interni al partito: «La scelta nazionale è una scelta di futuro», dice, «sono sicuro che Zaia piuttosto che Giorgetti hanno votato Lega con tre preferenze, che non sta me chiedere, chiedetele a loro» e in ogni caso «Vannacci è stato contestato, vituperato da mezzo mondo e da solo ha superato mezzo milione di preferenze con un record al Nord Ovest e al Nord Est».
Esulta invece il suo diretto avversario interno, Antonio Tajani, che su X ringrazia «di cuore tutti gli elettori» che lo hanno sostenuto. «Ora non vogliamo più fermarci!», si legge ancora nel post, accompagnato da un'immagine del ministro degli Esteri e una scritta piuttosto eloquente: «Dovevamo prenderci lo spazio politico tra la Meloni e la Schlein. Quello spazio ce lo siamo preso». «L'obiettivo - rilancia poi nella conferenza stampa in tarda mattinata - è arrivare al 20% alle prossime politiche. Dobbiamo creare una grande dimora rassicurante per gli italiani, abbiamo messo le fondamenta, il centro di gravità permanente della politica italiana».
Al centro si lecca le ferite il fronte dell’ex Terzo polo con Matteo Renzi che ammette la sconfitta («È andata male») e Carlo Calenda che mostra tutta la sua delusione per un responso «duro» quanto «inaspettato». Nonostante questo, continua il leader di Azione, «abbiamo condotto con una campagna onorevole che ha rispettato i cittadini», ma è un dato, aggiunge in polemica con l’ex alleato, «che l'elettorato di Azione è incompatibile con quello di Renzi e lo dimostra il fatto che PiùEuropa abbia perso il 40% dei propri voti, presentandosi con Iv».
Di tenore totalmente opposto il clima in casa Pd dove Elly Schlein può salutare un risultato a dir poco soddisfacente e che, per altro, rafforza sensibilmente la sua leadership personale nel partito: «Una bella giornata per il Pd, ringrazio elettori ed elettrici, a chi ci ha dato fiducia per la prima volta, chi è tornato a darci fiducia, ringrazio tutti i candidati e le candidate, militanti, dirigenti, amministratori e amministratrici, è stato un grande lavoro di squadra. Un risultato straordinario». «Il messaggio è chiaro», aggiunge lanciando il guanto di sfida alla premier, «Giorgia Meloni, stiamo arrivando».
Soddisfazione piena anche dalle parti dell’Alleanza Verdi-Si, altra compagine vincitrice di questa tornata. «Non è che l'inizio - scandisce Nicola Fratoianni -. Non è un traguardo, cresceremo ancora. Siamo quelli più determinati nella costruzione di un'alternativa. Abbiamo ottenuto mezzo milione di voti in più. Non c'è nessuna forza politica che possa neanche lontanamente rivendicare un risultato come questo». Poi un messaggio chiaro agli alleati del centrosinistra: «Ci rivolgiamo da questo palco a Schlein e a Conte: da domani la responsabilità della costruzione di un'alternativa per questo Paese è collettiva. Senza Avs non comincia neanche la discussione. Siamo il perno della costruzione di un'alternativa».
Amaro, invece, il day after di Giuseppe Conte, scottato da un risultato «molto deludente». «Potevamo fare molto meglio. Cercheremo di approfondire le ragioni di questo risultato che non è quello che ci aspettavamo». Il dialogo con le forze progressiste non dipende da un appuntamento elettorale, sarà sempre più intenso man mano che dovremo assumerci la responsabilità di un'alternativa».