martedì 11 agosto 2009
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Restano incerti e talo­ra contraddittori i primi passi del reato di clandestinità. Si accaval­lano in tutta Italia le denun­ce, le multe (salate, da 5mi­la a 10mila euro) e i decreti di espulsione, spesso a se­guito di retate per altri illeci- ti (spaccio, contraffazione, risse). Ma non mancano e­pisodi che dimostrano come la macchina burocratico­giudiziaria sia ancora poco oliata. Un caso su tutti: i due india­ni di etnia sikh fermati alla stazione di Ventimiglia all’al­ba dell’8 agosto (prime ore di applicazione del reato) do­vevano essere rimpatriati in modo coatto entro ieri mat­tina. Ma il primo volo da Mal­pensa per New Delhi era pre­visto per il pomeriggio. Ri­sultato: superate le 48 ore sta­bilite dalla legge, il provvedi­mento nei loro confronti si è trasformato in 'espulsione semplice', con obbligo di la­sciare il Paese in cinque gior­ni pena l’arresto. Dunque so­no ancora su suolo italiano. Oltre ad altri casi contrad­dittori (e alcuni anche ama­ri) riguardanti gli irregolari, si segnala a Pavia una de­nuncia per favoreggiamento della clandestinità e a Roma la prima applicazione del­l’aggravante per chi com­mette un furto su mezzo pubblico: rischiano grosso, fino a 10 anni di carcere, tre nomadi di Castel Romano (due bosniache di 21 e 34 an­ni, e un ragazzo di 21) sor­presi a rubare un portafogli sul bus 128 ad un ignaro an­ziano di 69 anni. Fino al 7 a­gosto avrebbero rischiato massimo sei anni. Cala invece la tensione al Cie di Gradisca, dove sabato se­ra circa 120 immigrati ave­vano inscenato una violen­ta protesta motivata dal pro­lungamento da 60 a 180 giorni del limite di perma­nenza nei centri di identifi­cazione ed espulsione. Ora si attende l’arrivo di altri 40 militari e si fa la conta dei danni, che a detta dei gesto­ri e della prefettura di Gori­zia sarebbero «ingenti» (compromesso l’impianto e­lettrico, divelte porte di si­curezza ed estintori, infran­ti vetri e distributori auto­matici di bevande). Ma i sin­dacati di polizia continuano a denunciare lo stato di agi­tazione nelle strutture. La cronaca di giornata pre­senta inoltre la strana e a­mara storia di un giovane ir­regolare del Bangladesh che nella notte di ieri, a Torino, è stato aggredito con una bot­tiglia di vetro da tre romeni, ai quali ha dovuto conse­gnare il portafogli. Forse per­ché non conosceva la nuova norma, forse per eccesso di fiducia nell’italico buonsen­so, ha chiamato subito la po­lizia e ha contribuito al ve­loce arresto del branco. Ma è stato comunque denun­ciato e condannato alla maxi-multa. E di certo non potrà pagarla con quanto c’era nel portamonete recu­perato. Per lui c’è anche il fo­glio di via, circostanza che la giunta di centrosinistra di Torino condanna: «Con que­ste leggi ci sono meno tute­le per i deboli». Da Milano proviene invece una delle prime segnalazio­ni riguardanti clandestini individuati dopo aver rice­vuto assistenza medica: è di domenica il caso di un 31en­ne brasiliano presentatosi ai sanitari con vari lividi, di­messo con prognosi di die­ci giorni e poi portato in questura dietro comunica­zione del posto di polizia dell’ospedale. Proprio la città ambrosiana sembra particolarmente solerte nel­l’applicazione del reato. Ie­ri il vicesindaco Riccardo De Corato ha segnalato altri due fermi: un albanese di 22 anni coinvolto in un inci­dente stradale senza conse­guenze e un ecuadoregno denunciato per omissione di soccorso a seguito di un sinistro che invece ha cau­sato feriti. Poco lontano, a Pavia, in un controllo su un centinaio di stranieri e di­verse attività commerciali, è stato denunciato un datore che ha assunto un lavorato­re privo di permesso di sog­giorno. Rischia, per favoreg­giamento, da tre mesi ad un anno, e una multa di 5mila euro. Nel Catanzarese è sta­ta ordinata l’espulsione di 13 senegalesi che clonava­no borse e cinture, bloccati dopo un tentativo di fuga. Per due sono scattate le ma­nette: avevano già disubbi­dito ad un foglio di via.
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