Non si arresta la crescita dei prezzi delle tariffe Rc Auto mentre il meccanismo Bonus-Malus è oramai inceppato e danneggia i clienti. L'Isvap, nella relazione annuale del presidente Giancarlo Giannini, torna a mettere in evidenza le criticità del settore e riapre il fronte contro le banche, colpevoli di applicare commissioni abnormi nelle polizze collegate ai mutui e ai prestiti personali fino all'80%.Il settore assicurazioni sconta gli effetti della crisi, argomenta Giannini, chiude il 2010 con un risultato negativo ma rimane solido. Il mercato però rimane appetibile e lo dimostrano le numerose iniziative tentate o realizzate da diversi gruppi stranieri (vanno ricordate le vicende Bnl Vita, Bpm e Fonsai) sulle quali l'Autorità ha acceso un faro.
CARO RC AUTO INARRESTABILE. Dopo il +4,5% del 2010, il valore della raccolta premi è salito del 6% nel primo trimestre. Secondo l'autorità le compagnie hanno "scaricato sui prezzi l'onere dei maggiori costi". L'Autorità, rileva Giannini, ha operato numerosi interventi. Sono state avviate 14 istruttorie nei confronti di altrettante compagnie per sospetta elusione, attraverso l'applicazione di tariffe fino a 8.500 euro di premio annuo, dell'obbligo a contrarre previsto dalla legge a carico delle imprese. Aperte inoltre indagini sul fenomeno delle disdette massime dei contratti Rc auto attuate da alcune compagnie prevalentemente per alcune categorie di assicurati e per vaste zone del paese, specie al Sud.
PRESTO RIFORMA BONUS-MALUS. Il sistema "non riesce più a funzionare" e sconta "distorsioni a causa delle regole interne" di ciascuna compagnia con conseguenze negative per gli assicurati. Per questo è in arrivo una riforma sul "modello francese" con l'elaborazione "di una nuova scala di coefficienti di merito unica per tutto il mercato". L'obiettivo è quello di consentire agli assicurati di conoscere in anticipo i risparmi di costo in caso di assenza incidenti, beneficiando concretamente del bonus o le penalizzazioni in caso di sinistri.
STOP A MAXI COMMISSIONI SU POLIZZE MUTUO. Già oggetto di un provvedimento poi cassato dal Tar, il fenomeno torna al centro dell'attenzione Isvap che sciorina una nuova indagine secondo cui c'è stata "solo una leggera flessione dell'aliquota media delle commissioni, dal 46 al 44 per cento con punte fino al 79% in un mercato largamente dominato dalle banche (la quota di mercato è quasi dell'80%). L'Abi tende la mano e chiede di "trovare soluzioni concrete e vere" e per questo auspica di "essere invitati al tavolo di consultazione in tempi brevi" assieme all'Autorità e alle associazioni dei consumatori.
ALLARME SU ARRIVO STRANIERI. In Italia pesano alcune carenze del settore "come una persistente sottoassicurazione del sistema e un modesto grado di proiezione internazionale di gruppi e imprese italiane con la sola nota eccezione del primo gruppo assicurativo (Generali ndr)". Sui progetti di gruppi esteri per l'acquisizione di pacchetti rilevanti o del controllo (da ricordare Bpm Vita, Bnl Vita e Fonsai) l'autorità ha acceso il faro sulla capacità patrimoniale dei potenziali acquirenti e sulla esigenza di preservare la sana e prudente gestione a protezione del consumatore".