lunedì 30 marzo 2015
​Presentato alla Cattolica di Roma il Rapporto Osservasalute: in Italia si vive più a lungo. Triplicati in 10 anni gli over 100. Gli uomini "guadagnano" 2,4 anni, le donne 1,4 anni. Aumentano i suicidi e il consumo di antidepressivi.
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In Italia si vive più a lungo, e anche di molto: in dieci anni (tra il 2002 e il 2013, sono quasi triplicati, passando da 6.100 a 16.390. Gli uomini vivono n media 2,4 anni in più e la donne si devono accontentare di 1,4 anni in più. Ma aumentano anche i suicidi e il consumo di antidepressivi. È una indagine a tutto tondo, quella presentata oggi all'Università Cattolica di Roma. Il Rapporto Osservasalute è arrivato alla sua XII edizione.AUMENTA LA VITA MEDIA: 77,2 GLI UOMINI, 79,6 LE DONNENei 10 anni trascorsi dal 2002 al 2012, gli uomini hanno guadagnato 2,4 anni, mentre le donne 1,4 anni. La speranza di vita, dunque, è passata dal 2002 al 2012 per gli uomini da 77,2 a 79,6 anni e per le donne da 83 a 84,4 anni. Rimane ancora consistente la distanza tra i due generi (+4,8 anni a favore delle donne nel 2012 contro i +5,8 anni nel 2002). Rimangono le differenze a livello territoriale: per entrambi i generi a Trento registra la speranza di vita alla nascita più alta, la Campania quella più bassa.UN ITALIANO SU 5 HA PIU' DI 65 ANNIOltre un italiano su 5 ha più di 65 anni. E i "giovani anziani" (ossia i 65-74enni) sono oltre 6 milioni, pari al 10,6% della popolazione residente. I valori regionali variano da un minimo dell'8,9% della Campania a unmassimo di 13,1% della Liguria. Se si scende ancora nel dettaglio scorporando stranieri e italiani, i 65-74enni italiani rappresentanol'11,3% della popolazione residente contro l'1,9% registrato pergli stranieri. Gli "anziani" (75-84 anni) sono più di 4 milioni e rappresentano ben il 7,6% del totale della popolazione. In Liguria si sale al 10,2% del totale, mentre in Campania è "solo" il 6,0%. Le differenze nella struttura per età della popolazione per cittadinanza si fanno, in questo caso, ancora più marcate: gli "anziani" sono l'8,1% degli italiani contro lo 0,6% dei residenti stranieri. La popolazione dei "grandi vecchi" è pari a oltre 1 milione e 700 mila unita, pari al 3,0% del totale della popolazione residente: anche tale indicatore mostra i valori maggiori in Liguria (4,4%), i valori inferiori in Campania (2,1%).
Il Rapporto registra, inoltre, l'aumento del peso della componente femminile sul totale dei residenti all'aumentare dell'età: la quota di donne e del 53,2% tra i giovani anziani, sale a 58,6% tra gli anziani e arriva al 69,4% tra i grandi vecchi.TRIPLICATI GLI ULTRACENTENARIE sono quasi triplicati gli ultracentenari nel periodo 2002-2013, passando da poco più di 6.100 nel 2002 a oltre 16.390 nel 2013. In termini relativi, nel 2002, ogni 10.000 residenti uno era ultracentenario, mentre nel 2013 quasi tre. Se si considera il solo contingente femminile, negli stessi anni si è passati da 1,8 a 4,4 ultracentenarie ogni 10.000 residenti. Gli ultracentenari uomini sono passati da 0,4 a 1,0 ogni 10.000 residenti.AUMENTANO I SUICIDI E IL CONSUMO DI ANTIDEPRESSIVINel 2014 il consumo di antidepressivi è in aumento così come i suicidi. Nel 2013 si è registrato un incremento del consumo i cui valori erano rimasti stabili nei due anni precedenti. Per quanto riguarda i suicidi, nel 78,7% dei casi il suicida e un uomo. La mortalità per suicidio aumenta al crescere dell'età. Per gli uomini vi è un aumento esponenziale dopo i 65 anni ed il tasso raggiunge il suo massimo nelle classi di età più anziane (21,6 per 100mila nella classe di età 75-79 anni; 29,3 per100mila per la classe di età 80-84 anni; 35,0 per 100mila nella classe degli over-85). Per le donne, invece, la mortalità per suicidio raggiunge il suo massimo nella classe di età 70-74 anni (4,7 per 100.000), dopo di che tende a ridursi lievemente nelle classi di età più anziane. IL 45,8% DEGLI ITALIANI È IN SOVRAPPESO
Si conferma elevata la percentuale di italiani che ha problemi con la bilancia: complessivamente, il 45,8% dei soggetti fino ai 18 anni di età  è in eccesso ponderale (era il 45,4% nel 2009, il 45,9 nel 2010, il 45,8 nel 2011). In Italia, nel periodo 2001-2012, è aumentata la percentuale delle persone in sovrappeso (33,9% vs 35,6%), soprattutto è aumentata la quota degli obesi (8,5% vs 10,4%). Nel 2012, oltre un terzo della popolazione adulta risulta in sovrappeso (35,6%). Le regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone di 18 anni ed oltre, obese (Basilicata 14,2%, Molise 12,7%, Abruzzo 12,1% e Puglia 12,0%) ed in sovrappeso (Campania 41,6%, Puglia 39,2% e Sicilia 39,1%) rispetto alle regioni settentrionali. Il sovrappeso è più diffuso tra gli uomini che tra le donne (44,1% vs 27,5%), così come l'obesità (11,5% vs 9,3%). La fascia di età in cui si registrano le maggiori percentuali è, per entrambi i generi, quella tra i 65-74 anni.
I dati (media 2012-2013) mostrano che in Italia la quota di bambini e adolescenti in eccesso di peso è pari al 26,5%. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi che tra le femmine (29,6% vs 23,3%), in tutte le classi di età tranne che nei bambini di 6-10 anni; è più marcato tra gli adolescenti (14-17 anni).
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