Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Ma davvero i quattro verbi-azione promossi da Papa Francesco spingono e guidano le scelte politiche dell’Europa e dell’Italia sul tema delle migrazioni? Se lo chiede la Fondazione Migrantes che a Ferrara ha presentato per il secondo anno consecutivo il suo “Rapporto Asilo 2018” lo studio dedicato al mondo dei richiedenti asilo e rifugiati. L’interrogativo al quale si cerca di rispondere fa da sfondo all’intero studio fatto di cifre, dati ed esperienze. Ma anche di proposte: una "road map" per un'Europa più accogliente.
In Italia, per la prima volta il numero delle domande d’asilo supera il numero degli arrivi
Per la prima volta in Italia, sottolinea il rapporto della Fondazione, nel 2017, le domande d’asilo hanno superato il numero degli arrivi via mare. Un anno fa il contatore degli arrivi nel nostro Paese si è fermato a 119.369 persone, il 34% in meno rispetto alle 181.436 del 2016 (erano state 153.842 nel 2015). Il primo Paese di provenienza si conferma la Nigeria, seguita da Guinea, Costa d’Avorio, Bangladesh, Mali ed Eritrea. Secondo dati del ministero dell’Interno, nel 2017 hanno chiesto protezione in Italia circa 130 mila persone. Nel 2016 i richiedenti asilo erano stati 123.600, e 83.970 nel 2015.
Sempre secondo dati del Viminale, nel 2017 sono stati esaminati circa 80 mila richiedenti asilo. È stata accordata protezione a oltre 30 mila di essi. Ma una larga maggioranza, poco sotto il 60%, si sono visti respingere la loro domanda. A fine 2017 erano in accoglienza in Italia 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti.
La rotta del Mediterraneo e il triste record di vittime
Le proposte
Il rapporto si conclude con quattro proposte inedite per superare l’attuale crisi (un vero e proprio «vicolo cieco») del diritto d’asilo in Europa: se accolte, queste proposte avrebbero positive ricadute sull’intera società del vecchio continente, oltre che, naturalmente, sui percorsi di integrazione degli stessi rifugiati: 1) un nuovo regolamento “di Dublino” finalmente aderente al principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati; 2) il rifiuto dei concetti di “Paese terzo sicuro” e di “Paese di primo asilo”, ad oggi solo proposti dall’UE ma in insanabile contrasto con la tradizione giuridica europea in materia di asilo; 3) l’introduzione di un regolamento UE che disciplini il “reinsediamento” dei rifugiati da Paesi terzi prevedendo per gli Stati membri obblighi chiari; 4) un’estensione della protezione sussidiaria, ancorandola alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Per un sapere che allontani la paura
Nell’Introduzione al rapporto don Giovanni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, e Mariacristina Molfetta, co-curatrice del Rapporto, si rivolgono ai lettori: «L’augurio è che questo testo possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva nel nostro continente e nel nostro Paese, e che possa esserci d’aiuto a “restare umani”, ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura».