Troppa zavorra, motori incatramati. Alla Rai non riesce proprio di districarsi fra le secche che la separano dal porto delle nomine e del rilancio aziendale. Dopo i molti rinvii, quella di ieri era la giornata buona per l’insediamento dei nuovi vertici della radiofonia, oltre che dei vicedirettori di Rai1 e dei tanto contrastati vicedirettori del Tg1. Poi l’inattesa rinuncia di Mauro Masi alla conferenza stampa di mezzogiorno sulla vicenda Sky, perché non fisicamente in grado, a causa di un recente intervento di sostenere il duplice appuntamento (con i giornalisti e col Cda) ha fatto scendere la nebbia in rada, accompagnata da segnali di tempesta. Alla fine gli obiettivi sono stati dimezzati. Fatte le nomine per la radiofonia. I vice di Tg1 e Rai 1 sono stati rimandati a giovedì, in un Cda anch’esso inatteso, poiché quello di ieri doveva essere l’ultimo prima della pausa estiva. I segni della tempesta sono ben evidenziati dalle votazioni. Tutte le nomine sono state fatte a maggioranza col presidente Paolo Garimberti che si è sempre astenuto. Tempesta che lo stesso Garimberti ha denunciato apertamente, sostenendo di essersi astenuto perché ha deciso che voterà soltanto nomine che siano: ampiamente condivise; assicurino pluralismo; siano di interni Rai, sempre che non si dimostri la necessità dell’esterno; garantiscano una nuova collocazione ai direttori uscenti. Aperto contrasto in Cda anche sulle proposte per le vicedirezioni del Tg1, che sono state appositamente rinviate. Tramontata, per le pressioni interne, l’ipotesi del ritorno ai tre giornali radio separati, è stata adottata una soluzione di compromesso. La direzione unica del Gr va ad Antonio Preziosi, che prende il posto di Antonio Caprarica. Lo stesso Prezioni diventa direttore di Radiouno. Condirettore con responsabilità sul Gr2 è Flavio Mucciante, già vicedirettore del Gr unico. Sempre a Mucciante va la direzione della rete Radiodue. La terza rete radiofonica, con compiti quasi esclusivamente culturali, è affidata a Marino Sinibaldi. Condirettore del Gr3 è Riccardo Berti, che assume anche la direzione di Gr Parlamento. Ad Aldo Papa la direzione di Isoradio. Nomina, quest’ultima, sulla quale è proseguita la polemica aperta nei giorni scorsi dal sindacato dei giornalisti, perché Papa era un semplice precario Rai e con la nomina a direttore, come ha denunciato ieri il consigliere di amministrazione Nino Rizzo Nervo del Pd, «Si manca di rispetto ai tanti dirigenti interni che ogni giorno tirano la carretta». Sempre Rizzo Nervo ha criticato il fatto che non sia stato assegnato un nuovo incarico a Caprarica e al direttore uscente di RaidoRai Marcello Del Bosco. Inoltre il Cda ha nominato Massimo Magliaro presidente di Rai Corporation (la società che produce i programmi per la Rai in America). Magliaro prende il posto di Fabrizio Maffei al quale vengono affidate le Relazioni esterne. Sul fronte opposto a quello di Rizzo Nervo, c’è chi annota che con Magliaro a Rai Corporation, «si sana un’epurazione fatta tre anni fa dal dg Cappon», che tolse «senza motivazioni» Magliaro dal vertice di Rai international. Per il resto la polemica su Sky l’ha fatta da padrone. Non solo per la volontà dei consiglieri di opposizione di avere chiarimenti, sollecitati dalle forze politiche di riferimento (che parlano di danno economico ingiustificato, a detrimento della missione di servizio pubblico e a tutto vantaggio della concorrenza), ma anche per il minacciato dissotterramento dell’ascia di guerra da parte delle più importanti sigle sindacali interne. Sia il sindacato dei giornalisti Usigrai, che l’organismo di rappresentanza dei dirigenti Adrai e quello dei dipendenti Snater si sono detti pronti a tutto pur di evitare la deriva dell’azienda.