mercoledì 25 febbraio 2009
La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del procedimento che vedeva indagato Silvio Berlusconi per corruzione per aver raccomandato nel 2007 all'allora direttore di Raifiction Agostino Saccà cinque attrici in cambio di sostegno finanziario, imprenditoriale e politico.
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La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del procedimento che vedeva indagato Silvio Berlusconi per corruzione per aver raccomandato nel 2007 all'allora direttore di Raifiction Agostino Saccà cinque attrici in cambio di sostegno finanziario, imprenditoriale e politico. I magistrati romani hanno chiesto di archiviare l'altro filone relativo a un presunto accordo corruttivo che legava la commercialista Stefania Tucci, il consulente finanziario Giuseppe Proietti e Saccà. Entrambi i capitoli di inchiesta provenivano dalla procura di Napoli. Con riferimento all'accusa di corruzione in concorso, contestata a Berlusconi e Saccà, i pm Sergio Colaiocco e Angelantonio Racanelli, oltre al procuratore Giovanni Ferrara, hannno ritenuto anzitutto di escludere la qualità di incaricato di pubblico servizio dell'allora direttore di Raifiction. "Sulla base delle disposizioni vigenti in materia - si legge nella richiesta di archiviazione - appare logico concludere che l'attività 'pubblicà della Rai è, di regola, limitata alla trasmissione, non anche alla realizzazione dei contenuti, prova ne è che la stessa direzione fiction ben può acquistare, oltre che produrre, i contenuti destinati alla futura ed eventuale trasmissione".Insomma, deve ritenersi che "l'attività d'acquisto o di produzione delle fiction, finalizzata a formulare una proposta in merito alle reti, fermo restando il potere decisionale ultimo in materia in capo al Direttore Generale, risulti completamente avulso dal perimetro delle attività disciplinate in modo pubblicistico poste in essere dalla Società". Saccà, "preposto dalla società concessionaria all'acquisto e alla produzione in regime privatistico di prodotti di fiction, concorre alle finalità pubblicistiche dell'azienda ma senza che detta attività sia disciplinata da una normativa pubblicistica che definisca le modalità di esercizio delle mansioni". Quanto a Berlusconi, i magistrati non possono non rilevare "l'estrema genericità dell'asserita promessacorruttiva posta da lui in essere", come emerge da questa telefonata del 6 luglio del 2007: Berlusconi 'sai che poi ti ricambierò dall'altra parte quando tu sarai un libero imprenditorè, Saccà (ride), Berlusconi 'mi impegno a... eh, a darti un grande sostegnò, Saccà 'si". I pm scrivono che "l'incertezza sulla sussistenza del binomio promessa-accettazione non risulta risolta da altri elementi in fatto che permettano di ricostruire con precisione i termini della promessa. La genericità delle espressioni utilizzate non permette di qualificare come accordo corruttivo il contenuto di questa telefonata". E comunque "è insussistente anche la prova del rapporto sinallagmatico tra la promessa e gli interventi infavore di atrici segnalate dall'onorevole Berlusconi. Infatti non vi è certezza sull'esistenza di un 'do ut des': d'altronde, anche l'evidente sproporzione tra le condotte in ipotesi riferibili a un soggetto 'corruttorè e a un soggetto 'corrottò appare indicativa in tal senso. Lo stretto legame tra l'onorevole Berlusconi e Saccà, che emerge con evidenza dall'attività investigativa espletata, era tale da consentire al primo di effettuare 'segnalazionì al secondo senza dover promettere od offrire nulla in cambio".Il provvedimento di archiviazione, come detto, riguarda anche il filone napoletano di indagine su Saccà, sulla commercialista napoletana Stefania Tucci e sull'intermediario delle case di produzioni (l'americana Hbo e la tedesca Bavaria) Giuseppe Proietti per l'acquisto di programmi e format avvenuto con pagamento estero su estero. "Non emerge alcun elemento di collegamento diretto tra Tucci e Saccà - è la conclusione dei pm di piazzale Clodio -, e non vi è alcun elemento certo per ritenere che somme di denaro siano confluite su conti riconducibili direttamente o indirettamente all'indagato Saccà". E ancora: "Non vi è alcun elemento certo per ritenere la conclusione di un accordo corruttivo in termini di promessa o di consegna di somme di denaro da Proietti a Saccà nè tanto meno un accordo corruttivo tra Tucci e Saccà. E non vi è alcun elemento certo per ritenere che Saccà abbia posto in essere condotte 'illecitè per favorire o determinare l'acquisto da parte delle strutture della Rai di prodotti della Bavaria". Per i pm romani "l'ipotesi investigativa non è stata confermata dagli accertamenti svolti". Non solo, ma "le rogatorie internazionali all'autorità giudiziaria di Lugano, pur tempestivamente avviate dalla procura di Napoli, non hanno sortito alcun esito, non essendo mai pervenuta risposta all'autorità italiana".
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