Marcello Foa dopo l'audizione in Commissione di Vigilanza Rai a Palazzo San Macuto, ieri 26 settembre 2018 (Ansa)
Marcello Foa è presidente della Rai a tutti gli effetti. Dopo la prima bocciatura da parte della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, e il ripescaggio avvenuto in seguito all'intesa tra Lega, M5s e Forza Italia, inizialmente contraria, il Cda della Rai ha preso atto del nuovo voto espresso ieri sera dalla stessa commissione parlamentare e ha quindi completato l'iter di composizione dell'intero organismo di gestione deliberando la nomina di Marcello Foa a presidente.
Il Consiglio ha successivamente approvato la proposta dell'amministratore delegato Fabrizio Salini di nominare Alessandro Casarin direttore ad interim della Testata Giornalistica Regionale in seguito alle dimissioni di Vincenzo Morgante, annunciate a fine agosto ed effettive a partire da lunedì 1 ottobre, che andrà alla direzione di Tv2000 e inBlu Radio, media della Conferenza episcopale italiana. Casarin era vicedirettore di RaiNess e nel 2012 era già stato direttore della Tgr. Il Cda ha anche espresso un ringraziamento a Morgante "per la grande professionalità con cui ha svolto il suo lungo percorso lavorativo in Rai" e gli ha augurato al le migliori soddisfazioni personali e professionali.
Anche se l'elezione di Foa è stata possibile solo grazie a un accordo con Silvio Berlusconi, il Movimento 5 stelle è molto soddisfatto. In un post sul blog del Movimento si può leggere che la partita della Rai "adesso è chiusa e possiamo finalmente iniziare a lavorare per un servizio pubblico libero entrando nel merito delle questioni. Il nostro ruolo in Vigilanza sarà orientato a fare in modo che la Rai si liberi finalmente dal condizionamento malsano della politica: puntiamo a un'azienda trasparente e indipendente. La nostra soddisfazione è quella di aver votato un personaggio di altissimo profilo, un professionista adatto a presiedere il servizio pubblico radiotelevisivo".
"Si può non essere d'accordo con tutto quello che Foa ha scritto e divulgato negli anni - prosegue il post M5s - ma nessuno ha dovuto giudicare Foa come giornalista o operatore culturale, bensì come presidente della Rai, un ruolo apicale per cui il suo profilo di indipendenza non potrà che giovare all'azienda di viale Mazzini. Per svecchiarla, ma soprattutto per valorizzare le enormi risorse che ci sono, troppo spesso lasciate alla mercè di volontà di partito. Vogliamo un servizio pubblico che possa adempiere al suo dovere primario entrando nelle case degli italiani con un'informazione vera e una programmazione di qualità. E per fare questo serve un'azienda che sappia valorizzare fino in fondo le proprie, immense, risorse interne, tagliando gli sprechi, rafforzando e valorizzando le redazioni locali e i centri di produzione tv Rai e tornando anche a confezionare delle grandi produzioni originali".
Ma si prospetta un clima di scontro. "Questo presidente - afferma su Facebook Michele Anzaldi, Pd, segretario della commissione di Vigilanza Rai - è palesemente illegittimo, se il Cda Rai procede con delle nomine va incontro al rischio nullità. Peraltro affidare l'interim del Tgr al vicedirettore di un'altra testata, come si dice a proposito di Casarin, è un evidente colpo di mano: perchè non viene affidato ai vicedirettori della stessa testata, come è sempre stato fatto? Foa, chiamato direttamente da Salvini, dice (in un'intervista al Corriere della Sera, ndr) di aver ricevuto dal Governo un 'ampio mandato fiduciario', una dichiarazione che infrange ogni pronunciamento della Consulta, a partire dalla storica sentenza n. 224 del 1975: 'gli organi direttivi' della Rai 'non possono rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o preponderante, del potere esecutivo'. Foa va oltre e dice addirittura di aver ricevuto il mandato politico di cambiare i direttori dei telegiornali, sostituendoli per la semplice ragione di essere stati nominati da altri. Ammette quindi di voler procedere a epurazioni di carattere politico, non fondate su valutazioni aziendali ma di semplice spoil system. Si tratta di una polizza di assicurazione formidabile per i direttori attuali, le cui posizioni a questo punto sono diventate intoccabili: se il Cda procederà alla sostituzione, possono recarsi di fronte al giudice con l'intervista di Foa e chiedere l'immediato reintegro".
Anche il sindacato dei giornalisti attacca Foa per l'intervista al Corriere della Sera, contestando anche da un punto di vista legale le sue affermazioni. "Il tempo del sì della Vigilanza, buttata giù la maschera del difensore del pluralismo e della libertà dei giornalisti, messa su per assestare lo schiaffo finale al Parlamento". Lo scrivono Fnsi e Usigrai in una nota in merito alle dichiarazioni di Marcello Foa. "Nella prima intervista il neo presidente della Rai inanella violazioni di legge e perfetta rappresentazione della sudditanza al governo: 1- parla di mandato del governo. Violazione di legge. E di svariate sentente della Corte costituzionale; 2- addirittura un mandato 'fiduciario'. La fiducia in lui spetta a CdA e Parlamento; 3- svela che la famosa telefonata in Grecia è arrivata da Salvini. Il vice presidente del Consiglio ha scelto il Presidente della Rai. Fuori dalla legge; 4- dice che nel suo mandato c'è il cambio dei direttori. Altra violazione di legge: è un potere che spetta all'Amministratore delegato", sottolineano.
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