Dopo che il Vaticano aveva condannato le affermazioni andate in onda su Radio Maria riguardo al terremoto come "castigo divino" dopo le unioni civili, sabato 5 novembre l'emittente cattolica ha fatto sapere di aver sospeso la trasmissione di Padre Giovanni Cavalcoli.
Nella nota si legge che «Radio Maria ritiene inaccettabile la posizione di padre Giovanni Cavalcoli riguardante il terremoto e lo sospende con effetto immediato dalla sua trasmissione mensile».
«Tale posizione - ha rimarcato nella nota Radio Maria - non è in linea con l'annuncio della misericordia che è l'essenza del cristianesimo e dell'azione pastorale di Papa Francesco. Radio Maria si scusa se tali espressioni possono aver offeso la sensibilità dei fratelli terremotati ed esprime loro piena solidarietà e vicinanza nella preghiera. Radio Maria assicura, come già in passato, i collegamenti di preghiera con le zone terremotate per far sentire loro la vicinanza di tutta la Chiesa».
Sulla vicenda è intervenuto anche monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, interpellato dall'agenzia Sir: «Mi pare che la stessa emittente abbia per fortuna preso le distanze da questo giudizio che abbiamo potuto leggere - ha commentato -. È un giudizio di un paganesimo senza limiti».
Il Vaticano: i terremotati ci perdonino
Venerdì 5 novembre dopo che sul web non erano mancate polemiche sulle dichiarazioni andate in onda su Radio Maria riguardanti il «terremoto castigo divino» è intervenuto l'arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato vaticana, che interpellato dall'Ansa, ha deplorato quelle «affermazioni offensive per i credenti e scandalose per chi non crede». Becciu aveva spiegato che quelle andate in onda su Radio Maria erano affermazioni «datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della Chiesa perché contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo». «I terremotati ci perdonino, a loro solidarietà del Papa».
«Chi evoca il castigo divino ai microfoni di Radio Maria - ha affermato l'arcivescovo Becciu - offende lo stesso nome della Madonna che dai credenti è vista come la Madre misericordiosa che si china sui figli piangenti e terge le loro lacrime soprattutto in momenti terribili come quelli del terremoto».
"Radio Maria - ha aggiunto Becciu - deve correggere i toni del suo linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da Papa Francesco specie nell'anno giubilare. Non possiamo non chiedere perdono ai nostri fratelli colpiti dalla tragedia del terremoto per essere stati additati come vittime dell'ira di Dio. Sappiano invece che hanno la simpatia, la solidarietà e il sostegno del Papa, della Chiesa, di chi ha un briciolo di cuore».
Interpellato dall'Adnkronos, anche il vescovo di Rieti, Domenico Pompili che dallo scorso 24 agosto è in prima linea nell'aiuto agli sfollati con la sua diocesi, ha definito "scempiaggini blasfeme" le affermazioni di Radio Maria sul terremoto come «castigo divino». "L'idea di una punizione divina è già di per sé una caricatura divina. Un'affermazione inaccettabile. Siamo di fronte a scempiaggini e a una forma di blasfemia. Si tratta di una idiozia anche da un punto di vista teologico".
Il vescovo di Rieti pensa alla sofferenza della sua gente e al fatto che lo sciame sismico non si arresta: "Il dramma vero è che le scosse non si esauriscono. Questa tragedia senza fine colpisce gli affetti, mette a dura prova la fede ma è proprio davanti a tragedie di questa entità che chi pronuncia scempiaggini di questo tenore dovrebbe ricordare che significhi 'non nominare il nome di Dio invano'. In questo caso poi è una idiozia anche da un punto di vista teologico".
Nella serata di venerdì 5 novembre era giunta anche la replica di padre Giovanni Cavalcoli, il conduttore che ha pronunciato le frasi criticate. «Sono dottore in teologia da 30 anni, ho lavorato in Vaticano con san Giovanni Paolo II – ha sottolineato alla trasmissione radiofonica "La Zanzara"– e ribadisco che peccati come l’omosessualità meritano il castigo divino, che si può manifestare anche con i terremoti».
Sulla vicenda sono intervenuti anche i Domenicani, ordine a cui appartiene il religioso: «In merito alle dichiarazioni rilasciate da frate Cavalcoli», è detto in un comunicato, «noi frati della Provincia San Domenico in Italia dell’Ordine dei Predicatori convintamente e con forza manifestiamo la nostra totale disapprovazione. Nonostante la distanza che ci separa da queste dichiarazioni sconclusionate, ci sentiamo in dovere di chiedere scusa a tutti coloro che si sono sentiti feriti e offesi. Intendiamo assicurare una volta di più la nostra vicinanza umana, il nostro aiuto materiale e la nostra fervente preghiera a tutte le vittime di questa immane tragedia».
Terremoto e giudizio divino: la smentita di Radio Maria
Radio Maria è finita giovedì 3 novembre al centro di un «caso» in rete per alcune dichiarazioni rese durante una trasmissione di domenica scorsa. Sul suo sito internet l’Espresso ha pubblicato una registrazione attribuendo le frasi al direttore dell’emittente, Padre Livio Fanzaga.
Si sente: «Dal punto di vista teologico questi disastri sono una conseguenza del peccato originale, sono il castigo del peccato originale, anche se la parola non piace». Poi si sente ancora: «Arrivo al dunque, castigo divino. Queste offese alla famiglia e alla dignità del matrimonio, le stesse unioni civili. Chiamiamolo castigo divino».
La redazione di Radio Maria nella giornata del 3 novembre ha smentito categoricamente «che Padre Livio Fanzaga abbia pronunciato le parole attribuitegli sul 'terremoto che sarebbe colpa delle unioni civili'», aggiungendo che «il 30 ottobre Padre Livio non aveva alcuna diretta».
Per l’emittente «le espressioni sono di un conduttore esterno, fatte a titolo personale, che non rispecchiano assolutamente il pensiero di Radio Maria al riguardo»