Ecco uno degli adesivi attaccati alle porte di alcuni militanti di sinistra a Pavia
Raid notturno a Pavia: in città sono state “marchiate” le case di decine di antifascisti con un adesivo sul citofono o direttamente sulla porta dell'abitazione con l'adesivo «Qui vive un antifascista» stampato con caratteri solitamente utilizzati da formazioni di estrema destra e il simbolo "antifascismo" barrato, come un divieto. Tra le case nel mirino quella dell'assessore alla Cultura Giacomo Galazzo, esponente di LeU, della consigliera comunale di maggioranza Silvia Chierico, di alcuni membri dell'Anpi locale e della Rete antifascista.
Immediata la replica di alcuni dei colpiti sul social network: "Ecco cosa succede quando si lasciano i neofascisti liberi di aprire sedi, fare manifestazioni e presentarsi alle elezioni, lasciando impunite le loro aggressioni squadriste - scrive un utente - . Sciogliere subito CasaPound e Forza Nuova. A chi negherà l'esistenza del problema come successo di fronte a episodi ben più gravi e a chi penserà "se l'è cercata sicuramente". No genietti, non me la sono cercata: sono i fascisti che vengono a cercarti prima o poi se li si lascia fare. Il fascismo è questo».
Parla il sindaco di Pavia Massimo Depaoli. Guarda il video di Paolo Viana
"Questa mattina mi son svegliato e ho trovato questa gradita sorpresa accanto al citofono - scrive un altro utente, uno degli amministratori della pagina Facebook Sei di Pavia -, fascisti e nazisti marchiavano i negozi degli ebrei. Negli anni 2000 i neofascisti marchiano le case dei cittadini che si sono espressi pubblicamente contro il fascismo. Evidentemente le cattive abitudini non passano. Anche perché, sono gli stessi di allora, solo se la prendono con soggetti diversi. Questo adesivo me lo sono meritato perché mi sono espresso pubblicamente, anche su questo gruppo, contro il fascismo. E continuerò a farlo più forte di prima, perché è il dovere di ogni cittadino democratico".
L'assessore alla Cultura Giacomo Galazzo. Guarda il video di Paolo Viana