Forse è folle, ma non impossibile. Forse se fossimo in molti le cose potrebbero cambiare. Passare dalle parole ai fatti. Una frase fatta che significa mettersi in gioco. Fermare per un attimo il dibattito mediatico su quella foto che ha scioccato il mondo e costretto i governi europei a promettere di fare di più. Cercare di passare dall'altra parte della barricata e fare un piccolo gesto per aiutare quei bambini in fuga dalle guerre o anche solo dalla miseria. Aprire la porta di casa, dando loro un letto e un angolo per giocare. Una mamma di Oristano ha lanciato un appello alle altre mamme sarde: facciamoci avanti, ospitiamo in casa quei piccoli profughi che non sanno dove andare, quelle madri e quei padri stravolti dalla fatica del viaggio e dall'incertezza sul domani. "Io sono pronta ad ospitare migranti a casa mia, possibilmente una donna con i suoi bambini, gratuitamente, possibilmente minori" è il messaggio che ha lanciato sul sito LinkOristano e che in poche ore ha già raccolto trecento "mi piace" su Facebook. Una mobilitazione generale per fare il modo che la Prefettura possa cambiare le regole del gioco e consentire anche ai privati di ospitare i profughi in una regione come la Sardegna che ha già tutti i posti disponibili occupati. "Il bando prevede l'accoglienza solo in strutture ricettive come bed and breakfast, alberghi e agriturismo. Se fossimo in molti ad aprire le nostre case la Prefettura potrebbe cambiare idea" è la sua speranza. Un sogno a costo zero.
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