martedì 8 febbraio 2011
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Detto, fatto. Silvio Berlusconi aveva promesso un’accelerazione su intercettazioni e processo breve, e ora, con una lettera inviata alla presidente della commissione Giustizia della Camera (la finiana Giulia Bongiorno) il capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa chiede una rapida calendarizzazione in commissione del testo sulla giusta durata dei processi. Il Pdl potrebbe portare la questione già alla prossima conferenza dei capigruppo, in programma oggi, alla ripresa d’inizio settimana.Si riapre, se mai si era chiuso, lo contro fra Palazzo Chigi e la magistratura. Prevede «effetti devastanti», il presidente dell’Anm Luca Palamara. «Anche se credevamo - aggiunge - che questi progetti di legge, che vanno nel senso contrario a ciò di cui la giustizia ha bisogno, fossero ormai accantonati». «La vecchia versione aveva effetti devastanti», concorda il vicepresidente del Csm Michele Vietti, rifacendosi al parere negativo espresso a suo tempo dall’organo di autogoverno. «Se ci sarà una nuova versione saremo pronti a fare le nostre valutazioni in uno spirito di leale collaborazione», non chiude la porta, almeno sull’obiettivo.La mano tesa sull’economia - al di là del Consiglio dei ministri in programma domani sulle misure anti-crisi - va già in archivio. L’opposizione va subito sulle barricate. Durissimo il Pd. «Il lupo perde il pelo ma non il vizio», dice Anna Finocchiaro. «Se avessimo avuto dubbi sul Berlusconi dialogante, sono bastati due giorni. La sua preoccupazione principale - prosegue la capogruppo al Senato - è e resta una: evitare i processi che lo riguardano». Intervengono anche la capogruppo in commissione giustizia Donatella Ferranti e il responsabile giustizia Andrea Orlando, che parlano di «richiesta irresponsabile. Quel provvedimento metterà in ginocchio il sistema giustizia, cancellando centinaia di migliaia di processi e vanificando così il fruttuoso lavoro nella lotta alla criminalità. Ci opporremo duramente - promette il Pd - a un provvedimento che serve solo al presidente del consiglio per perseguire una strisciante impunità».Il no delle opposizioni è compatto. «Il tentativo di recuperare il processo breve dal binario morto in cui era finito dimostra che il governo non ha alcuna intenzione di uscire dal bunker dei processi del premier», dice Roberto Rao, capogruppo dell’Udc in commissione Giustizia. Ancor più dura, nel Terzo Polo, Futuro e Libertà. Fabio Granata parla di «emergenza democratica» preannunciando «una battaglia parlamentare durissima con ogni mezzo previsto dai regolamenti». E se si tiene conto che Fli detiene sia la presidenza della Camera che quella della Commissione si può intuire la portata dello scontro che si profila.E Antonio Di Pietro non poteva far mancare la sua voce, sull’argomento giustizia: «Come volevasi dimostrare - dice il leader di Idv -: al di là dei proclami, Berlusconi continua a tenere inchiodato il Parlamento sulle sue vicende giudiziarie».
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