Le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali rappresentano "strappi forti allo Stato di diritto". Ha preso di mira uno dei cavalli di battaglia del governo Monti, la lotta all'evasione fiscale, il presidente dell'Autorità Garante per la Privacy, Francesco Pizzetti, tracciando al Senato un bilancio dei sette anni di mandato che scadrà ad aprile. Non sono mancate critiche anche al decreto Salva Italia, che ha limitato l'azione dell'organismo nei confronti delle imprese, in una relazione che ha spaziato tra i temi legati a Internet e quelli dell'informazione, per arrivare alle intercettazioni giudiziarie con l'invito ad approvare "una legge equilibrata", in linea con il presidente del Senato, Renato Schifani, presente all'incontro. Ma è sul tema caldo dei crescenti poteri dell'Agenzia dell'entrate e di Equitalia che il Garante ha usato i toni più duri. "È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi", ha detto Pizzetti, riferendosi alle norme che consentono di acquisire informazioni anche a prescindere dalle indagini e alla "spinta al controllo e all'acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno". "È una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto", ha proseguito, invitando poi, in merito alle proposte per i commercianti non in regola con il fisco, a fare "attenzione alle liste dei buoni e dei cattivi e ai bollini di qualunque colore siano", perchè "le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni". Le critiche alla recente attività normativa non sono finite qui. Pizzetti ha contestato la scelta di ridurre l'applicabilità del codice per la privacy contenuta nel decreto Sviluppo del 13 maggio e nel Salva Italia del 6 dicembre, allo scopo di limitare gli oneri per le aziende. "Finora, noi potevamo assicurare alle imprese un alto livello di protezione. Oggi tutto questo non è più possibile", ha spiegato, sottolineando "i rischi gravissimi" legati alla perdita o al furto di dati per le aziende, che mantengono "un alto tasso di diffidenza" nei confronti del Garante. Pizzetti, pur riconoscendo la collaborazione del settore pubblico, ha però stigmatizzato "le molte trascuratezze che potrebbero essere evitate" ed invece consentono anche a chi non ne ha diritto di acquisire dati sensibili. E dopo un monito sul "telemarketing sempre più aggressivo" in seguito alla legge che ha consentito di passare dal consenso espresso al registro delle opposizioni, Pizzetti ha affrontato il tema delle intercettazioni, chiedendo "soluzioni legislative equilibrate e compatibili con tutti i diversi valori in gioco".Una linea sposata anche dal presidente da Schifani, secondo il quale è arrivato "il tempo delle decisioni" e dal vicepresidente del Csm, Michele Vietti, anche lui presente all'incontro. Infine un richiamo ai media, sull'informazione spettacolo in particolare per i fatti di cronaca. "La gogna, in qualunque forma, materiale o mediatica che sia - ha detto Pizzetti - è sempre uno strumento pericoloso, anzi pericolosissimo".