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L’ultima tesi affiorata dal magma dei social e poi rimbalzata su infinite chat è "il complotto dei 4 presidenti": la recente fine dei leader di Burundi, Tanzania, Madagascar e Haiti sarebbe legata a una loro asserita preferenza per la medicina tradizionale rispetto ai vaccini, un "rifiuto" pagato con la morte. Pierre Nkurunziza (burundese, morto d’infarto l’8 giugno 2020, in realtà ben prima di qualunque vaccino), John Magufuli (tanzaniano, malato cronico di cuore, spirato il 18 marzo 2021), Didier Ratsiraka (malgascio, morto il 28 marzo 2021 ma non più in carica dal 2002) e Jovenel Moïse (haitiano, assassinato il 7 luglio in un Paese sprofondato nella una guerra civile) in realtà avrebbero desiderato qualsiasi cosa – farmaci, vaccini, qualunque rimedio – che risparmiasse ai loro popoli il flagello del Covid: ma i 4 Paesi fanno parte di quella porzione di pianeta dove le medicine del primo mondo sono poco più che un miraggio. Altro che rifiuto.
A cavalcare con convinzione teoremi simili sono i militanti anti-vaccini, che offrono idee pronto uso a chi per i più diversi motivi è contrario all’iniezione: secondo una stima del generale Figliuolo, il 10-12% della popolazione adulta, più o meno 5 milioni di italiani. Non pochi.
È tra loro che circolano le ormai numerose tesi apertamente in guerra contro i vaccini, costruite su illazioni indimostrate (esemplari i presidenti), ipotesi scientifiche di più che dubbia solidità a fronte di migliaia di studi editi in tutto il mondo, e paure incontrollate sugli effetti dei preparati iniettabili, cui si offre una vaga copertura tecnica. Colpisce il rapido inasprirsi dei toni: la crescente pressione istituzionale e mediatica per convincere gli esitanti a vaccinarsi sembra alimentare una reazione uguale e contraria in uno zoccolo di cultori della determinazione a non farlo che li rende aggressivi verso chi al vaccino si sottopone e – con toni anche più duri – verso quanti affermano che farlo è la sola via d’uscita alla tragedia della pandemia (4 milioni di morti nel mondo, 128mila in Italia). Tanto che è ormai esperienza quotidiana imbattersi online nell’accusa di asservimento a un regime mondiale che punta alla riduzione in schiavitù di cittadini terrorizzati ad arte rispetto a una minaccia ingigantita, rendendoli disponibili a rinunciare a qualunque libertà (inclusa quella di culto).
La tesi più longeva è quella della "cupola" globale formata da un direttorio di ricchi e potenti (Bill Gates il più detestato) che avrebbero finanziato una campagna planetaria per fomentare l’angoscia verso il Covid, malattia che in realtà sarebbe causa diretta di molti meno decessi rispetto alle cifre ufficiali. Il loro obiettivo sarebbe lucrare sugli immensi profitti per la vendita dei vaccini a un’umanità impaurita. Evidente che scegliendo un manipolo di cattivi e attribuendogli intenzioni nefaste si può ottenere qualunque scopo, a cominciare dalla radicale negazione che il Covid sia un vero problema. Che è come dire che dal febbraio 2020 siamo tutti vittime di un abbaglio collettivo, morti, malati e disperazione inclusi. Posta questa premessa – il virus non è poi così tremendo – tutto vien da sé. E i vaccini sono la dimostrazione che la pandemia è un’invenzione per costringerci ad accettare farmaci privi di vera sperimentazione.
Eccoci alla teoria che ne regge molte altre: l’adozione in emergenza di vaccini in realtà realizzati comprimendo i tempi dei test per prevenire una strage peggiore è diventata tra gli odiatori vaccinali la tesi principe per affermare che la vaccinazione va evitata come il fuoco. I farmaci iniettati sarebbero pericolosissimi: modifica del nostro codice genetico, sterilità, effetti permanenti sulla salute, alterazione del ciclo mestruale. Impedirebbero persino di prendere il sole.
Una serie di asserzioni del tutto prive di vero supporto scientifico: se si contesta la quantità insufficiente di studi pro-vaccini, è paradossale combatterli con teoremi non sostenuti da un numero almeno equivalente di ricerche autorevoli e convergenti. L’ormai famosa teoria della calamita che si attacca al braccio dopo la seconda iniezione – presunta prova della tossicità dei preparati, nei fatti una bufala da manuale – è il simbolo del punto di credulità cui si è disposti a scendere per procurare quella stessa paura che si dice di voler combattere. I vaccini in realtà funzionano: e la stessa prova esibita dai contrari per principio – i contagi crescono, i reparti restano semivuoti, dunque vaccinarsi sarebbe inutile – è la dimostrazione che la vaccinazione previene ricovero e morte. Scusate se è poco. Imporre al personale sanitario di vaccinarsi e far pressioni sugli insegnanti per fare altrettanto, poi, non è la prova dell’autoritarismo delle istituzioni ma la constatazione che chi viene in contatto ravvicinato con decine di persone deve essere responsabile della loro salute. Oppure si vagheggia un mondo in cui ognuno bada solo a se stesso?
Ai credenti poi è stato presentato un vero ricatto psicologico: i vaccini si ottengono con feti abortiti, dunque è immorale farseli inoculare. A questa tesi ha risposto la Congregazione per la Dottrina della Fede spiegando che le cellule fetali usate nello sviluppo di alcuni vaccini sono lontanissime parenti dei tessuti di feti abortiti nel 1972 e 1985, per cui la «cooperazione al male» è solo «remota», superata dalla responsabilità morale di immunizzarsi per evitare che altri si ammalino e muoiano per la nostra negligenza. Perché di vero, sopra questa palude di mezze bugie e patacche integrali, c’è il dovere di salvare ogni singola vita umana. Non è questo che si vuole veramente?
Le bufale pericolose
Il Complotto
Persino la recente fine di quattro presidenti è entrata nel novero delle "verità" spiattellate al mondo dei social e delle chat dagli ultras dell’antiscienza. I decessi dei leader di Burundi, Tanzania, Madagascar e Haiti sarebbe legata alla loro preferenza per la medicina tradizionale rispetto ai vaccini: un "rifiuto" pagato con la morte.
DNA sotto accusa
Uno dei cardini della propaganda antiscientifica dei no vax investe la presunta interazione dei vaccini anti-Covid con il Dna. Ma nessuno dei vaccini in circolazione va ad interagire con il nucleo della cellula dove risiede il Dna. Stando così le cose, non può avvenire una modificazione del nostro codice genetico.
Danni tra 10 anni
Come riportato nell’intervista in pagina, i no vax utilizzano un meccanismo psicologico che funziona sugli sprovveduti: non potendo dimostrare effetti avversi immediati dei vaccini, rimandano al futuro, al tempo indimostrabile. «Ora non ti succede nulla ma tra 10 anni vedrai...».