martedì 2 dicembre 2008
Tra gli obiettivi dei due marocchini arrestati stamane dalla Digos supermercati, locali notturni e due caserme. Il più giovane, Rachid Ilhami, è un predicatore di un centro culturale alle porte di Milano, dove si riuniva la cellula. Ai due contestato anche il reato di concorso esterno alla rete di Al Qaeda.
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La sezione antiterrorismo della Digos di Milano ha arrestato oggi due marocchini accusati di stare progettando attentati contro vari obiettivi nel Milanese, ispirati ma non direttamente legati alla strategia del terrore di al Qaeda. Lo ha riferito la polizia, precisando che l'inchiesta -- condotta dal pm Nicola Piacente e partita nel marzo 2007 -- ha subìto nella sua ultima fase una brusca accelerazione perché «i principali indiziati avevano iniziato a pianificare l'attività preparatoria per fare attentati» contro caserme, supermercati e bar a Milano e provincia, anche se non avevano ancora reperito il materiale necessario per metterli in atto.I due, Ilhami Rachid di 42 anni e Abdelkader Ghafir di 31 -- arrestati in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Silvana Petromer -- sono entrambi operai che apparivano ben inseriti nella società, in Italia da una decina d'anni, sposati, con due figli ciascuno e frequentatori del centro culturale "Pace" di Macherio, paesino della Brianza dove ha casa anche la famiglia del premier Silvio Berlusconi.Bruno Megale, capo della Digos, ha precisato in una conferenza stampa in questura a Milano che il gip ha contestato loro anche «il concorso esterno alla rete terroristica internazionale denominata 'al Qaeda'», poiché i due, nonostante non avessero collegamenti internazionali, «condividevano le ideologie e la strategia» della rete guidata da Osama bin Laden. L'indagine -- resa possibile grazie a servizi di intercettazione e di osservazione sul territorio -- ha consentito «di documentare l'individuazione di obiettivi civili e militari a Milano e provincia e la realizzazione degli accertamenti preliminari alla realizzazione di un attentato, grazie a sopralluoghi», come riferito dagli investigatori.Odio nei confronti degli occidentali. «I due sono terroristi locali che si sono addestrati da soli e non sono andati in Afghanistan», ha sottolineato Giuseppina Suma, funzionaria dell'antiterrorismo della Questura di Milano. Gli inquirenti hanno però sottolineato che Rachid e Ghafir avevano maturato un certo odio nei confronti degli occidentali e che la loro massima aspirazione era quella di riuscire a mettere in atto un attentato suicida, con un'auto imbottita di esplosivo, contro una caserma.In una intercettazione ambientale dello scorso settembre, come riferito da fonti giudiziarie, Rachid ha detto a Ghafir: «Ti voglio dire per esempio se entrassi in una caserma dei carabinieri, dove ci sono 10-15 militari e li terrorizzassi....ci vuole qualcosa che rimanga nella storia, così avresti il riconoscimento di Dio, raggiungeresti la grazia di Dio».Rachid, considerato il più «fondamentalista» dei due, conosceva a memoria i sermoni di bin Laden e del suo vice al Zawahiri e aveva chiamato uno dei suoi due figli Osama.Dalle indagini, partite da alcune segnalazioni fra chi nel centro culturale sospettava la presenza di fondamentalisti, è emersa una concreta progettualità di attentati contro caserme -- in particolare contro quella dei carabinieri di Giussano --, contro l'ufficio immigrazione della questura di Milano, contro il parcheggio del supermercato Esselunga di Seregno e contro il parcheggio di un bar sempre della cittadina brianzola. Per preparare gli attentati -- da compiersi con cariche esplosive -- i due scaricavano dal Web documenti per progettare ordigni elementari e avevano preso in considerazione l'utilizzo di bombole di ossigeno.Gli investigatori hanno capito la loro intenzione di compiere attentati da alcune intercettazioni ambientali, grazie a cimici piazzate nelle auto dei due, che ne parlavano quando passavano davanti a possibili obiettivi. In seguito alle inchieste sono state indagate a vario titolo altre dieci persone oggetto stamani di perquisizioni personali e domiciliari.
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