mercoledì 18 maggio 2011
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Non solo Silvio Berlusconi, che ha dimezzato le preferenze come capolista a Milano rispetto alla comunali del 2006 (27.972 preferenze contro 52.577). C’è tutta un’altalena del voto che vede alcuni scendere, più o meno precipitosamente, o altrettanto improvvisamente salire, come accaduto ai candidati del Movimento 5 stelle a Bologna.Il premier aveva esagerato alla vigilia, preannunciando che se non avesse preso 53mila voti la sinistra gli avrebbe fatto il funerale. Ma certamente alcuni risultati, oltre al suo, non sono quelli che si attendeva. Roberto Lassini, che con i manifesti «Via le Br dalle Procure» ha contribuito non poco a infiammare la competizione sotto la Madunina, alla fine ha ottenuto 872 voti e il 19° posto nella lista del Pdl. Non poco, ma certo non la garanzia di entrare in consiglio comunale. Se il ballottaggio arriderà a Giuliano Pisapia, infatti, il seggio di consigliere sarà off limits. Ma anche nell’ipotesi che a vincere sia Letizia Moratti, il posto è in bilico: Lassini potrebbe, infatti, risultare l’ultimo degli eletti o il primo degli esclusi. Sempre a Milano c’è stata una "sfida" tutta interna alla maggioranza tra il vicesindaco uscente Riccardo De Corato, che si è fermato a quota 5.786, e dall’altra il capolista della Lega Nord (e numero due in pectore dell’amministrazione) Matteo Salvini, che ha ottenuto 8.913 preferenze. Superato, però, quanto a numero di consensi dal capolista del Pd Stefano Boeri (lo sconfitto delle primarie) che è stato scelto da 12.861 milanesi ed è risultato il secondo in assoluto, trascinando la propria lista a un ottimo risultato con il 28,64%. Il Carroccio ha concentrato tutte le preferenze proprio sull’eurodeputato, visto che il secondo eletto, Max Bastoni, ne ha raggranellate appena 602. E la lista ha sì triplicato i consensi (9,64% rispetto al 3,8% del 2006). Ma a Milano ha perso cinque punti rispetto alle regionali del 2010. Sempre restando tra le mura ambrosiane, infine, sbattere la porta e andare via dal Pdl – in polemica con i metodi di selezione delle candidature (soprattutto femminili) – ha portato bene a Sara Giudice. La pasionaria anti-Minetti ha ottenuto il seggio a Palazzo Marino ed è la più votata del Terzo Polo con 1.028 preferenze.In Emilia Romagna e a Bologna in particolare c’è stato l’exploit dei "grillini" del Movimento 5 Stelle, che hanno conquistato tre seggi nel capoluogo con Massimo Bugani, candidato sindaco, Federica Salsi (793 preferenze) e Marco Piazza (284). A titolo di paragone, un solo seggio è andato al Terzo Polo, composto da formazioni ben più strutturate. «Oltre 44mila persone hanno scelto i nostri sindaci, nei 14 Comuni dove ci siamo presentati», esultano gli esponenti romagnoli del movimento sul loro blog. E poi fanno due conti: oltre a Bologna, «due seggi a Ravenna, uno a San Martino in Rio, uno a Castellarano, uno a Sala Braganza, uno a Codigoro». Per non parlare di quelli «che ci verranno assegnati, dopo i ballottaggi, in altri comuni come Rimini e Cesenatico», scrivono. E se il comico Beppe Grillo ride, lo scrittore Antonio Pennacchi non può fare altrettanto. Il Premio Strega, che ha messo il suo nome (non la candidatura) per la lista "fasciocomunista" con Fli, esce sconfitto nettamente nel suo tentativo di frenare i berlusconiani: al primo turno il pidiellino Giovanni Di Giorgi si è imposto anche se di poco (50,9%). Il candidato pennacchiano, Filippo Cosignani, ha racimolato appena l’1% (831 voti). Ancor meno la lista - pur piena di big nazionali, artisti e intellettuali - (526 preferenze, 0,69%). Tutte le civiche in terra pontina hanno subito una vera e propria debacle. A sfondare, nel Lazio, la governatrice Renata Polverini, sponsor della lista Città Nuove, attestata intorno al 10%.Tra le curiosità, a Casacanditella (Chieti) due coniugi si sono fronteggiati per la fascia tricolore. Il marito, Erminio Giuseppe D’Angelo, ha prevalso nettamente sulla moglie, Ada Canali: 705 a 38. Infine, non è stata una marcia nuziale, ma trionfale quella di un’altra moglie che invece di fronteggiare il marito ne ha raccolto l’eredità (e i voti). Con l’89,26% Patrizia Linda Cecaro succede così a Luigi Aloisio, primo cittadino a San Sostene, paesino del Catanzarese dal 2001 al 2011.
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