«Eclatante eutanasia». Non cambia posizione di una sola virgola il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto, commentando il giorno dopo la dichiarazione della presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, che si è detta disponibile ad accogliere Eluana Englaro nelle strutture sanitarie regionali per portarla alla morte. Nello stesso tempo il cardinale ha invitato a pregare per la famiglia, per la stessa Eluana, e ha invitato tutti ad avere «un sussulto di coscienza» e, anziché seguire una battaglia ideologica per l’eutanasia, dare spazio alla generosità delle suore che attualmente la accudiscono. «Dare alimentazione e idratazione – ha ribadito il cardinale Poletto – a una persona gravemente malata, come è Eluana Englaro, non è accanimento terapeutico ma un semplice dar da mangiare e da bere a una persona». E commentando l’ipotesi che Eluana venga portata in una struttura sanitaria piemontese per toglierle alimentazione e idratazione, ha detto: «Sarebbe un caso chiarissimo di eclatante eutanasia». E l’eutanasia «contrasta con i principi morali, ma anche con le leggi e la nostra Costituzione». Di fronte a provvedimenti della magistratura contrari alla coscienza delle persone «si può sempre fare obiezione di coscienza così come di fronte alle leggi ». «Noi vescovi – ha continuato il presule – siamo a favore di una legge sul fine vita, non testamento biologico, proprio perché si dica che l’alimentazione e l’idratazione non sono cure mediche: mangiare e bere non sono terapie». Il cardinale invita anche a pregare per la sofferenza della famiglia Englaro e della stessa Eluana: «Invito i miei fedeli a pregare il Signore che dia conforto alla famiglia indubbiamente disturbata dalla sofferenza per la figlia da 17 anni in queste condizioni e che dia conforto anche a questa ragazza. Al padre di Eluana sono vicino e comprendo la sua sofferenza, ma lo supplico di lasciar vivere questa figliola: la lasci lì dove è curata da anni con tanto amore dalle suore che hanno dichiarato di essere pronte a continuare a occuparsene». E rivolto a questa specie di gara tra Regioni a trovare il modo di interrompere il sostegno vitale a Eluana, l’arcivescovo di Torino ripete che va mantenuta chiara la distinzione tra accanimento terapeutico e il dar da mangiare e bere a una persona: «Credo che molte persone si confondano. E aggiungo: non solo Eluana non soffre – mi hanno assicurato i medici –, ma in ogni caso che diritto abbiamo noi di far morire una persona perché soffre? Ci sono tremila persone in Italia nelle condizioni di Eluana Englaro: vogliamo farle morire tutte? Credo che dobbiamo avere un sussulto di coscienza ». E tornando a riferirsi alle suore che continuano ad accudirla: «Perché ci vogliamo opporre a questo atto di amore e generosità da parte di queste religiose e vogliamo dire: no, facciamola morire? ». In realtà, ha aggiunto il cardinale Poletto, bisogna guardarsi dalla «battaglia ideologica che c’è dietro, da parte di chi vuol fare passare certe leggi e certe scelte» di sostegno all’eutanasia. «Ho letto – ha concluso l’arcivescovo – alcune interviste di persone che si dichiarano favorevoli a far cessare la vita di questa donna dichiarando di non essere credenti: ma la difesa della vita non è un compito dei credenti, al vita è un valore umano, a ciascuno spetta essere rispettato. Anche Eluana è una persona e ha diritto alla vita». «Credo che la Regione Piemonte avrà gravi difficoltà a trovare gli strumenti procedurali per eseguire il decreto della Corte d’Appello» che consente di far morire Eluana Englaro. Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, risponde così a Mercedes Bresso, presidente del Piemonte, che martedì si è detta «disponibile» ad accogliere Eluana in una struttura pubblica piemontese e che ieri ha ripetuto: «Dovere di una struttura pubblica è rispettare la legge. E quando manca una norma chiara, la magistratura ha stabilito che si tratta di diritto a rifiutare le cure». Aggiungendo: «Sacconi sa che una circolare non sostituisce la legge». La Roccella ha ribadito che eseguire il decreto «non è compito del Servizio sanitario nazionale che invece deve curare, rispettando così la sua legge istitutiva». «Bisogna rispettare tutte le normative – ha aggiunto – come la convenzione sui diritti dei disabili». E ricorda infine che il decreto «non è obbligatorio, consente ma non obbliga nessuno». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha replicato alle accuse della stessa Bresso: «Non metto sotto scacco nessuno, ho fatto solo una ricognizione delle leggi da applicare». Oggi il Tar Lombardia inizia a discutere il ricorso dei familiari di Eluana contro il divieto della Regione alle strutture sanitarie di interrompere alimentazione e idratazione. «Siamo a favore di una legge sul fine vita proprio perché si dica che l’alimentazione e l’idratazione non sono cure mediche»