mercoledì 8 febbraio 2017
La sindaca le respinge con riserva. Il passo indietro dopo due ore di colloquio. Il caso nato da un articolo de "La Stampa". Il titolare dell'Urbanistica: parole carpite, siamo alle trappole
L'assessore all'Urbanistica della giunta Raggi, Paolo Berdini

L'assessore all'Urbanistica della giunta Raggi, Paolo Berdini

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Getta la spugna l'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Paolo Berdini, dopo che i suoi giudizi negativi sulla sindaca Virginia Raggi, definita tra l'altro «inadeguata», sono apparsi stamane sul quotidiano "La Stampa". Raggi le respinge, perché prima di rimettere il mandato Berdini «si è scusato», ma con riserva. Il passo indietro arriva dopo un chiarimento in Campidoglio avvenuto questo pomeriggio e durato un paio d'ore.


Il caso. «Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre». Il pesante giudizio appare in un colloquio firmato dal giornalista della Stampa di Torino, Federico Capurso. Colloquio che, a dire dell'assessore non ci sarebbe stato. «Non ho rilasciato alcuna intervista, sono mesi che non ne faccio. Stavo parlando con due amici e il giornalista, questo piccolo mascalzone, ha carpito alcune frasi», si difende attaccando. Dopo aver gettato la spugna torna sulla ricostruzione del caso, dicendo di esser stato avvicinato da uno sconosciuto, che non si sarebbe qualificato come giornalista e che gli avrebbe attribuito affermazioni false, come quella di essere amico del pm Paolo Ielo, che Berdini afferma di non aver mai conosciuto. Per questo Berdini parla di «linciaggio mediatico» e afferma che dagli insulti quotidianamente ricevuti in rete ora «si è passati anche alle trappole». Il quotidiano torinese conferma «parola per parola» il colloquio. E difende il giornalista. «Se umanamente si può comprendere l'imbarazzo dell'assessore, questo comunque non giustifica in alcun modo gli inaccettabili giudizi che Berdini ha pronunciato sul collega». Anche Capurso dà la sua versione dei fatti, dicendo di aver avvicinato l'assessore a faccia a faccia: «Non c'era nessun bar, nessun caffé o aperitivo con gli amici, come ha detto Berdini». Poi di essersi presentato come giornalista. «E lui si è lasciato andare abbastanza».


Le parole di Berdini. «I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni», un'altra delle affermazioni di Berdini su Raggi apparse nell'articolo. «Se lei si fidasse delle persone giuste... Ma si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io gliel'ho detto: "Sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma". E invece s'è messa vicino una banda», lo sfogo dell'assessore. Berdini avrebbe poi detto di aver sospettato che tra Raggi e Romeo ci fosse una relazione sentimentale. Ipotesi che era emersa quando si è saputo delle polizze da lui intestate a Raggi. Ma che sia la sindaca, sia il suo ex capo segreteria hanno sempre seccamente smentito. Infine, Berdini avrebbe detto di essere «amico della magistratura», in particolare del procuratore aggiunto Paolo Ielo. E per questo, afferma, «c'è qualcosa che non mi torna» sull'interrogatorio di Raggi, durato ben otto ore.


Grillo attacca i giornalisti.
La vicenda ha l'effetto di accendere nuove polemiche intorno al Campidoglio e cade non solo nel giorno in cui Luigi Di Maio, proprio insieme a Raggi, presenta il sito per informare sui risultati dei Comuni del M5s, ma anche in un momento in cui i toni del movimento contro l'informazione sono già alti. Ci torna il leader pentastellato, Beppe Grillo, dal suoi blog. Non fa riferimento direttamente al caso di giornata, ma alla lista di articoli e cronisti che sarebbero pregiudizialmente contro il M5S, presentata ieri da Di Maio all'Ordine dei giornalisti. «i giornali hanno gridato allo scandalo. Si credono una casta intoccabile, chi li mette in discussione è un eretico, da bruciare sulla ca(ta)sta del politically correct», scrive l'ex comico in un post dal titolo "Giornalisti sull'orlo di una crisi di nervi". «Una bugia è il frutto di un atto volontario, non è un errore», attacca Grillo secondo il quale per i media hanno oggi un solo avversario: il M5S. Ma «più ci attaccano, meno sono credibili».






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