Un nuovo momento di tensione tra il premier Mario Draghi e i partiti della sua maggioranza. Stavolta lo scontro diretto è con M5s e riguarda i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una diatriba così dura da rendere necessario lo slittamento del Consiglio dei ministri: era previsto stamattina, dovrebbe svolgersi nel pomeriggio.
Oggetto del contendere il superbonus edilizio del 110%. Nelle bozze del Pnrr il rifinanziamento della misura è previsto per il 2022. M5s vuole la proroga sino al 2023, sostenuto su questo punto anche da Forza Italia e dal Pd, oltre che dalle categorie interessate. Sul punto è intervenuto anche l'ex premier Giuseppe Conte, leader in pectore dei 5s, ritenendo indifferibile l'impegno del governo sul punto. Ma le parole più pesanti sono venute dai capogruppi M5s nelle due Camere, che ritengono "difficile" il sì al Piano senza che sia soddisfatta la loro principale richiesta politica. Anche i ministri 5s, compreso Di Maio, hanno chiesto un "segno chiaro" al presidente del Consiglio.
Si lavora a una mediazione che potrebbe sbloccare l'impasse: nel Pnrr resterebbe il finanziamento del superbonus sino al 2022, mentre per il 2023 ci sarebbe l'impegno politico a trovare le risorse sin dalla prossima manovra autunnale. Una mediazione promossa anche da Forza Italia con il coinvolgimento del ministro dell'Economia Franco. Il premier Draghi, però, vi dovrebbe fare esplicito cenno in Aula lunedì e martedì, quando il Pnrr sarà all'esame delle Camere prima dell'invio a Bruxelles.
Proprio il passaggio in Aula del 26 e 27 è oggetto di altre polemiche: alla luce del varo all'ultimo secondo del testo definitivo, Fratelli d'Italia chiede di spostare la sessione parlamentare. Ma Draghi vuole inviare il Pnrr entro il 30 aprile, la data fissata dalla Commissione Ue, per dare un segno della credibilità del nostro Paese.