La Santa Sede è pronta a dare «piena collaborazione» alle autorità italiane circa l’inchiesta in cui è coinvolto monsignor Nunzio Scarano, pur se «finora non ha ancora ricevuto nessuna richiesta». Lo ha dichiarato ieri il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in merito alla vicenda che ha portato all’arresto del prelato con l’accusa di concorso in corruzione, truffa e calunnia.
«Come già noto dai giorni scorsi – ha detto il portavoce vaticano – monsignor Nunzio Scarano era stato sospeso dal servizio presso l’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica,
ndr) da oltre un mese, appena i Superiori erano stati informati che era indagato. Ciò – ha spiegato – in applicazione del regolamento della Curia Romana, che impone la sospensione cautelare per le persone per cui sia stata iniziata un’azione penale». La Santa Sede, ha quindi aggiunto, «non ha ancora ricevuto alcuna richiesta sulla questione dalle competenti autorità italiane, ma conferma la sua disponibilità a una piena collaborazione. La competente autorità vaticana, l’Aif (l’Autorità di informazione finanziaria della Santa Sede,
ndr) segue il problema – ha quindi concluso Lombardi – per prendere, se necessario, le misure appropriate di sua competenza».
Nella stessa direzione l’Istituto per le opere di religione, un portavoce del quale ha specificato che lo Ior è «impegnato nella cooperazione con le autorità competenti», mentre il Consiglio di sovrintendenza» interno dell’Istituto «ha avviato un’inchiesta interna, in linea con la politica di "tolleranza zero" promossa dal presidente Ernest Von Freyberg».
Rispetto a quanto riferito ieri dai media circa la vicenda va ancora segnalata la precisazione dell’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti, «il quale non è assolutamente indagato da nessuna Procura», come afferma in una nota in riferimento al fatto che, su alcuni organi di informazione, Scarano era stato presentato come "vescovo di Salerno". «Si esprime piena fiducia nella magistratura – conclude quindi la stessa nota della Curia di Salerno – riguardo la dolorosa vicenda di monsignor Scarano».
Sempre sulla stessa questione, e sul modo in cui è stata raccontata, è infine da precisare, come messo in chiaro dalla stessa Procura di Roma, che Scarano è indagato per atti che non coinvolgono in alcun modo né l’Apsa né lo Ior. La distinzione è d’obbligo in quanto molti servizi giornalistici hanno enfatizzato l’arresto del prelato come una dimostrazione di un "mutato atteggiamento" rispetto all’epoca di monsignor Marcinkus, quando il Vaticano respinse il mandato di arresto spiccato dall’Italia contro l’allora presidente dell’Istituto. In quel caso, contrariamente a oggi, le accuse riguardavano direttamente le presunte attività dello Ior, e quindi si poneva una questione di sovranità e di giurisdizione. Comunque, se fu rifiutato l’arresto, anche all’epoca il Vaticano collaborò con le autorità italiane per far luce sulla vicenda Ambrosiano, mettendo a disposizione tutte le carte in suo possesso – le uniche poi risultate utili a istruire il processo per il crack.