Alessandra Carbonaro, relatrice dell'indagine conoscitiva - Archivio
Fra i lavoratori più colpiti dal Covid ci sono quelli dello spettacolo, un mondo oggetto di un’indagine conoscitiva promossa da M5s e approvata ieri all’unanimità dalle commissioni Cultura e Lavoro della Camera. Soddisfatta la deputata Alessandra Carbonaro, relatrice pentastellata, calabrese, laureata al Dams di Bologna e organizzatrice di spettacoli.
Con quale spirito si è arrivati a questo documento?
L’indagine nasce dall’esigenza di dare finalmente voce a un settore per troppo tempo dimenticato dalle istituzioni, le cui criticità erano presenti ancor prima della pandemia. Questa disattenzione è frutto di una concezione di sviluppo schiacciata sulla dimensione economica classica, che non consente di leggere le evoluzioni della società nel complesso e limita l’effettivo perseguimento del benessere delle persone. Attraverso l’indagine abbiamo voluto ribaltare questo paradigma fallimentare, evidenziando l’importanza del ruolo del mondo della cultura e dello spettacolo quale fattore imprescindibile per il pieno sviluppo della persona e della società.
Non esistono troppe tipologie contrattuali?
Lo scenario dell’occupazione nel settore dello spettacolo è estremamente articolato e con un elevato tasso di frammentazione che pone il tema dell’assenza di tutele specifiche. L’atipicità intrinseca delle forme di lavoro, spesso intermittenti e saltuarie, richiede l’introduzione di tipologie contrattuali ad hoc che garantiscano tutele nei periodi di cosiddetto "non lavoro".
Quali saranno le maggiori tutele per i lavoratori? Abbiamo individuato alcune misure fondamentali come la riduzione dei requisiti minimi per l’accesso all’indennità di malattia e alle prestazioni pensionistiche, l’istituzione di una indennità di discontinuità per sostenere i lavoratori intermittenti, l’estensione della tutela Naspi, la previsione di iter specifici di approvazione per gli allestimenti, l’introduzione di un preciso cronoprogramma per mansioni, con pause e riposi predeterminati.
Avete individuato anche nuove professioni. Quali saranno le prospettive per giovani e donne? L’ultimo adeguamento delle figure professionali è stato effettuato nel 2005 e da allora l’industria dello spettacolo si è evoluta. Tra le proposte contenute nell’indagine c’è l’ampliamento della platea delle figure assicurate al Fpls, il Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, come autori di testi, assistenti di studio, programmisti, in modo che possano godere di precise tutele. Per quanto riguarda i giovani e le donne, credo che sarebbe illusorio pensare di poter conseguire una reale crescita del settore senza affrontare le disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali, che rappresentano i principali fattori di esclusione sociale e freno allo sviluppo. Ecco perché, come indicato nel Pnrr, anche nel mondo della cultura e nello spettacolo bisogna affrontare con coraggio le criticità relative a tre priorità trasversali: donne, giovani, Sud.
Formazione, semplificazione, uniformità alle regole Ue renderanno più gestibili i rapporti di lavoro? Certamente rappresentano fattori importanti, ma purtroppo non sufficienti. Una riforma complessiva del comparto richiede un deciso investimento sui diritti dei lavoratori. Il nostro immenso patrimonio culturale dispiegherà a pieno il suo potenziale solo quando chi vi lavora troverà le giuste tutele.