venerdì 26 luglio 2013
​Sono stati individuati dai vigili del fuoco i corpi di tre uomini che hanno perso la vita a seguito dell'esplosione che giovedì mattina ha distrutto la fabbrica di fuochi d'artificio “Fratelli san Giacomo”.
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​Sono stati individuati i corpi dei tre uomini dispersi dopo l'esplosione che giovedì è avvenuta nella fabbrica di fuochi d'artificio “Fratelli di Giacomo” a Città Sant'Angelo, in provincia di Pescara. Sul posto per le operazioni di recupero sono al lavoro i vigili del fuoco e gli artificieri.Ne ha dato notizia a Pescara il sottosegretario all'interno con delega ai vigili del fuoco Giampiero Bocci, insieme al capo dipartimento dei vigili del fuoco Francesco Paolo Tronca. Con loro anche Alfio Pini, capo del Corpo nazionale dei vigili, tutti a Pescara per una visita istituzionale al comando provinciale dei vigili, in viale Pindaro. Il sottosegretario Bocci ha parlato di un «bilancio pesantissimo», dopo aver dato notizia del ritrovamento dei tre dispersi, ricordando che ci sono anche diversi feriti.Le violente esplosioni che si sono succedute all'interno dello stabilimento hanno sventrato un'intera collina. I primi soccorritori si sono trovati di fronte a uno scenario da film di guerra: un cratere grigio enorme, alberi anneriti, macerie sparse per chilometri. E fumo. Incendi. Olivi in fiamme a centinaia di metri. Una scintilla forse, un errore umano, non si sa: é saltata in aria così intorno alle 10,30 la premiata fabbrica di fuochi d'artificio Di Giacomo, vanto iridato del settore in Abruzzo, celebrata e conosciuta tanto da partecipare ai prossimi mondiali di Valmontone (Roma). Cioè gente brava ed esperta, soprattutto.Un boato terrificante di centinaia di chili di polvere pirica che ha ucciso sul posto tre persone della famiglia Di Giacomo, il titolare Mauro e il fratello Federico, più l'altro parente Roberto. E mentre su mezza provincia pescarese un immenso e impressionante fungo “atomico” biancastro si alzava nel cielo, la tragedia non si era ancora compiuta definitivamente: ambulanze, vigili, soccorsi e vigili del fuoco, sirene e elicotteri si avviavano verso Villa Cipressi, frazione agricola di Città S.Angelo, strada provinciale 49, verso la collina in fiamme, e con loro anche Alessio, il figlio 22enne di Mauro.  La devastazione e la tragedia erano evidenti, sconvolgenti, case sventrate, mura polverizzate: Alessio arriva di corsa insieme ai soccorritori, che gli dicono di allontanarsi, di stare attento. Ma il ragazzo é sconvolto e si butta tra le macerie per tentare di salvare padre e zio. Non ascolta nessuno. Una incoscienza, un suicidio, una follia. Lui che in mezzo ai fuochi d'artificio è nato e vissuto, e che sa che non bisogna scherzare con quei pericolosi pacchetti incartati.  E proprio in quell'attimo una seconda e potente esplosione lo colpisce in pieno: schegge, mattoni, blocchi di cemento che lo investono e lo uccidono sul colpo. Anche 4 vigili del fuoco vengono feriti da questo scoppio bis, uno in modo serio.
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