sabato 21 febbraio 2009
Dario Franceschini è stato eletto oggi nuovo segretario del Partito democratico, quattro giorni dopo le dimissioni di Walter Veltroni in seguito alla sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali in Sardegna. "È tornato l'ottimismo, è tornata la fiducia, è tornata la voglia di lottare", ha detto il nuovo leader parlando dal palco subito dopo il voto, poi ha ringraziato Veltroni.
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Dario Franceschini è stato eletto oggi nuovo segretario del Partito democratico, quattro giorni dopo le dimissioni di Walter Veltroni in seguito alla sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali in Sardegna. "È tornato l'ottimismo, è tornata la fiducia, è tornata la voglia di lottare", ha detto il nuovo leader parlando dal palco subito dopo il voto, poi ha ringraziato Veltroni. Nella sala sono risuonate le note della "Canzone popolare" di Ivano Fossati, vecchio inno dell'Ulivo di Romano Prodi.Franceschini, 50 anni, già numero due del Pd, che viene dalla Margherita e ancora prima dalla sinistra Dc, ha raccolto 1047 voti, contro i 92 dello sfidante, l'ex ministro della Difesa Arturo Parisi, la cui candidatura, per sua stessa ammissione, era "una provocazione". A votare sono stati 1.258 delegati.Il nuovo leader ha promesso "discontinuità" nella conduzione del partito, annunciando lo scioglimento del governo-ombra e del coordinamento - cioè la segreteria - e l'ingresso di figure nuove e di giovani negli organismi del partito, e ha avvertito i capi-corrente del Pd che devono smettere di parlare sui giornali delle difficoltà interne, ritrovando invece l'unità contro il centrodestra.Ora, almeno fino almeno al primo congresso, già fissato a ottobre prossimo, Franceschini guiderà un partito giovane - nato nel 2007 dalla fusione di Ds e Margherita - ma attraversato da mesi da roventi polemiche interne, dopo la sconfitta alle Politiche del 2008 e poi in due elezioni regionali. Ma anche dopo gli scandali giudiziari che hanno colpito alcune amministrazioni di centrosinistra, come Napoli.E mentre si scrutinavano le schede, è arrivato un messaggio via email di Walter Veltroni, che oggi non era alla Fiera di Roma: "Dario è un uomo politico leale, forte e che crede in quel progetto del Partito democratico come un soggetto nuovo che sia perno del riformismo italiano... È la persona giusta per guidare il partito verso le nuove sfide".Primo test, le Europee. Il primo, importante, test elettorale attende il nuovo segretario a giugno, quando nell'Election Day si voterà per il Parlamento europeo e per il rinnovo di alcune importanti amministrazioni regionali e locali. Se il Pd riuscirà a invertire la tendenza al calo di consensi, il nuovo segretario potrebbe arrivare al congresso con la speranza di ottenere un nuovo mandato, anche se oggi ha detto "non sono qui per preparare un mio futuro personale... il mio ruolo finisce a ottobre" .Altrimenti, lo attenderà la sfida di candidati di peso, come l'ex ministro Pierluigi Bersani, che si era già fatto avanti nelle settimane scorse.Dopo lo choc delle dimissioni di Veltroni i principali leader democratici hanno annunciato che daranno a Franceschini il loro sostegno, parlando coi cronisti, ma non dal palco della Fiera di Roma. Lo ha fatto l'ex premier Massimo D'Alema, definendo il suo discorso "serio e responsabile". Lo ha fatto Francesco Rutelli, che alcuni sospettano di giocare di sponda coi centristi dell'Udc: "Siamo impegnati per far ripartire il progetto del Pd e daremo a Dario tutto l'aiuto che vorrà chiederci". E lo ha fatto anche Bersani, dicendo che "stiamo facendo la cosa giusta. Attorno a Franceschini faremo le elezioni di giugno e poi il nostro congresso".Oggi per il Pd non è stata una giornata di dibattito, nonostante i numerosi interventi e la protesta arrivata in platea dei cosiddetti "autoconvocati" -- un centinaio di dirigenti e militanti locali che chiedevano di azzerare i vertici e scegliere la nuova leadership con le primarie --, ma di conta e rassicurazione interna.È però all'esterno, tra simpatizzanti ed elettori che Franceschini dovrà soprattutto trovare rapidamente sostegno, se è vero che in un sondaggio online lanciato dal quotidiano Repubblica.it - vicino al centrosinistra - a cui hanno già risposto 130mila persone, il nuovo segretario ha appena l'1% del consenso, contro il 22% di preferenze per "Un nome nuovo" e il 19% di Bersani."Non sono un reggente". Franceschini ha pronunciato il suo discorso d'investitura all'ora di pranzo, ancora prima che i delegati dell'Assemblea nazionale del partito cominciassero a votare.Quale fosse l'esito probabile della riunione di oggi era chiaro già da mercoledì scorso, quando il coordinamento del Pd, con l'appoggio di tutti i capi-corrente, aveva proposto che fosse il politico emiliano a prendere il posto di Veltroni. Questa scelta è stata sancita dai delegati che hanno scelto di eleggere direttamente il segretario, bocciando l'ipotesi di primarie, con 1.006 voti contro 217, anche se i membri "teorici" dell'Assemblea sarebbero circa 3.000.Sfoderando un tono aggressivo Franceschini, ha detto di non essere un "reggente" e di non avere né "padrini né protettori". Ha rivendicato che il Pd è "il figlio dell'Ulivo di Romano Prodi" e ha detto che occorre costruire una "coalizione (di centrosinistra) a vocazione maggioritaria" aprendo all'Udc e anche agli ex alleati di sinistra. Ma ha difeso anche la decisione del Pd di sostenere la legge per alzare al 4% la soglia di sbarramento alle elezioni europee, che ha provocato le accese proteste della sinistra radicale.Il nuovo segretario ha accusato il presidente del Consiglio di praticare "una forma moderna di autoritarismo", affermando che Silvio Berlusconi "non vuole governare il Paese, vuole essere il padrone d'Italia". E ha detto che la prima cosa che farà da segretario del Pd sarà giurare sulla Costituzione, dopo le recenti dichiarazioni del premier - poi smentite - sulla necessità di cambiare la Legge fondamentale "filosovietica".L'ex vice di Veltroni ha detto che il Pd non entrerà nel Partito socialista europeo, ma che in Europa "non può non stare in un luogo in cui ci siano anche i socialisti", e ha affermato il valore della laicità, anche nel recente caso di Eluana Englaro e del voto in Parlamento sul testamento biologico, pur difendendo il diritto al dissenso.Parlando del partito, Franceschini ha detto che "le dimissioni di Veltroni sono l'occasione per mettere alla crisi uno stop e ripartire". "Non posso nascondere la crisi in cui siamo, abbiamo costruito non solo un contenitore, ma una nuova appartenenza ed è questa che crea dolore, delusioni perché è dettata dal sentimento di essere in una casa nuova, in una casa comune", ha detto il leader. "Non ci saranno crisi... che ci possano far rinunciare all'idea che il nostro è un futuro comune".
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