sabato 27 aprile 2013
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«Il traffico di farmaci contraffatti è gestito da un network globale». Angela Patrignani, capo dell’ufficio crimini emergenti dell’Unicri (agenzia Onu che studia il crimine), spiega come dietro questi affari sporchi ci sia spesso una regia occulta. «È una rete ben radicata in tutti i continenti, che muta rapidamente le strategie di produzione e distribuzione. Di recente, ad esempio, sono aumentate le spedizioni postali in piccoli pacchi, più difficilmente intercettabili». I trafficanti assecondano le richieste del mercato.L’ultimo allarme europeo riguarda i falsi integratori alimentari. La domanda è elevata e i criminali ne approfittano offrendoli in Internet, persino sui social network. Le mafie tentano di infiltrarsi anche nella filiera legale. Il mercato parallelo può essere un punto vulnerabile del sistema?I controlli sono rigidissimi, ma più volte si apre una confezione e si cambiano le indicazioni, più aumentano i rischi di infiltrazioni da parte di malintenzionati. Sotto questo profilo, però, l’Italia è protettissima.Non altrettanto si può dire dei Paesi in via di sviluppo.Nel terzo mondo è un disastro. Persino nelle farmacie delle grandi capitali si trovano farmaci contraffatti, alterati o scaduti. I controlli sono insufficienti. In queste condizioni, le epidemie diventano una fonte di business enorme per i falsari.Le case farmaceutiche non sempre denunciano l’immissione di farmaci illegali sul mercato perché temono di subire danni.Gli allarmi sono da maneggiare con cura: si rischia che un malato non prenda la medicina salvavita perché teme sia contraffatta. L’importante è che le aziende informino tempestivamente le autorità. Serve una maggior condivisione delle informazioni, questo sì. Italia e Gran Bretagna, sotto questo profilo, sono indicate come modelli.Cosa si può fare per stroncare il traffico?I gruppi criminali operano in network e altrettanto dobbiamo fare noi per combatterli. Poi bisogna pensare in termini di prevenzione, non solo di reazione. Altrimenti si rischia di restare un passo indietro.
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