L'immagine di Pasquale, vittima innocente della camorra - .
Pasquale Miele sorride dalla grande immagine in ceramica nella piazzetta di Grumo Nevano. Trentadue anni fa venne ucciso dalla camorra. Era il 6 novembre 1989 e un colpo di fucile a canne mozze lo raggiunse mentre si affacciava a una finestra. Aveva appena 27 anni, era fidanzato, il matrimonio già fissato per sette mesi dopo. Vittima innocente delle mafie. Oggi finalmente l'inaugurazione della grande immagine, rinviata per la pandemia. A benedirla don Luigi Ciotti, assieme all'ispettore dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi e alcuni parroci della zona. "Siamo qui perché Pasquale viva - dice il presidente di Libera -. E il modo migliore per farlo vivere è essere noi più vivi, assumendoci la nostra responsabilità. Benedire la sua immagine vuol dire proprio questo. Vuol dire continuare a graffiare le coscienze, a chiedere verità e giustizia".
Che per Pasquale, giovane imprenditore, ancora non ci sono state. Ma il fratello Giuseppe, che fa il volontario in carcere, non ha mai smesso di impegnarsi. "Perché - dice - è una memoria viva, che serve a muoversi e non soltanto a commuoversi". Per questo dopo la benedizione si è tenuto un incontro con le scuole. "Solo nell'incontro tra memorie private e memorie pubbliche - sottolinea ancora Giuseppe - le vittime possono diventare patrimonio di tutti in cui le nostre comunità possono e devono riconoscersi. E noi familiari abbiamo un ruolo chiave per coniugare tutto questo affinché le fratture generate dalla violenza mafiosa si riducano". E don Luigi insiste. "La memoria deve trasformarsi ogni giorno in impegno e responsabilità. Tocca a tutti noi. Il male maggiore sono la delega e la rassegnazione. E allora serve uno scatto in più. Per fare in modo che la morte di Pasquale non sia stata vana". Infine un messaggio ai camorristi. "La Chiesa vi accoglie, anche per voi c'è misericordia, ma - ripete ancora - c'è bisogno di verità e giustizia".