venerdì 15 luglio 2011
Depositata la perizia dell'autopsia: la procura di Ascoli accusa Salvatore Parolisi di aver ucciso la moglie e ne domanda il trasferimento in carcere. La decisione adesso spetta al gip.
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Svolta nel delitto di Ascoli. Una richiesta di misura cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di Salvatore Parolisi, marito e unico indagato per omicidio volontario aggravato di Melania Rea. La richiesta della procura è ora all'esame del gip Carlo Calvaresi.La richiesta, che sarebbe stata depositata solo questa mattina, era nell'aria da giorni. A far decidere il pool della Procura che coordina le indagini dei carabinieri sarebbe stata in particolare la perizia relativa all'autopsia effettuata sul corpo di Melania Rea dal medico legale Adriano Tagliabracci, depositata oggi. L'autopsia potrebbe aver chiarito una serie di dettagli fondamentali per l'inchiesta. Oltre alle modalità dell'omicidio (Melania è stata raggiunta da una trentina di coltellate, di cui alcune inferte post mortem), il luogo stesso in cui è stata trucidata, probabilmente il Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella (Teramo), dove è stato poi trovato il cadavere. Su questo punto, chiarito il quale si stabilirà anche di quale Procura è la competenza territoriale dell'inchiesta, hanno insistito anche altri accertamenti, geologici e botanici.In particolare, si è voluto vedere se sul corpo, i vestiti e le suole delle scarpe da ginnastica della donna, vi fossero spore di vegetali specifici, presenti in un luogo soltanto e non un altro. Questo per escludere la presenza della Rea a Colle San Marco, luogo della scomparsa secondo il marito, e collocarla invece nell'altra pineta. Ad esempio, sono stati repertati aghi di Pino nero, una specie che però cresce sia sul pianoro ascolano sia al Bosco delle Casermette.Altre analisi hanno riguardato le celle telefoniche agganciate dai telefonini di Melania e Salvatore. Un approfondimento che però non avrebbe portato con certezza a collocare la coppia a Ripe di Civitella nella stessa ora.
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