martedì 13 ottobre 2009
In città le tariffe per l’accesso ai servizi comunali, dai nidi ai servizi sociali, saranno calcolate in base a un nuovo criterio che tiene conto di ulteriori caratteristiche di ogni famiglia (numero di figli, quanti componenti lavorano, l’eventuale presenza di disabili o invalidi). È il primo esempio in Italia.
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    Per la famiglia la strada dell’equità inizia a Parma. Per la prima volta in Italia il Comune ha messo a punto una proposta di quoziente familiare, sulla quale rimodulare il sistema di tariffe e di accesso ai servizi comunali (nidi, scuole dell’infanzia, servizi socio-assistenziali) e i sistemi contributivi di sostegno. Il quoziente, orgogliosamente ribattezzato "Parma" dai promotori, assegna un peso maggiore a ogni componente familiare determinando una riduzione della tariffa tanto maggiore quanti più sono i componenti e i carichi assistenziali che gravano su di essa. Entro il 2009 sarà attivo nel settore dell’infanzia mentre nel 2010 sarà esteso agli anziani. La proposta è stata elaborata dall’Agenzia per la Famiglia del Comune, in collaborazione con vari Settori del Comune, la Consulta comunale delle Associazioni familiari, il Forum delle Associazioni familiari e grazie all’apporto tecnico dell’Università. «Il Quoziente Parma – spiega il sindaco Pietro Vignali – riconosce alla famiglia il lavoro che quotidianamente svolge in campo educativo, di cura, di dialogo tra le generazioni, di coesione sociale». Al centro del progetto il principio del valore dei figli che «rappresentano il futuro della nostra società soprattutto alla luce dell’inverno demografico in cui stiamo entrando che le inquietanti conseguenze di carattere economico, previdenziale, sociale e culturale che l’accompagnano». «Il nuovo parametro – commenta la delegata all’Agenzia per la Famiglia Cecilia Maria Greci – valorizza la famiglia con figli, la condizione lavorativa, la presenza di invalidità, la condizione di genitori affidatari. Il "Quoziente Parma" nell’ambito delle politiche tariffarie locali è una "buona pratica" da condividere per promuovere tariffe più eque anche altrove. Il punto di partenza è il riconoscimento e la promozione della famiglia, come la più grande risorsa vitale della società». Un esempio aiuta a comprendere la portata della novità: se per il terzo componente di un nucleo familiare la scala Isee prevedeva un valore di 0,47 il quoziente Parma assegna per un figlio a carico minore di 26 anni un valore di 0.60 e di 0.50 per il figlio non  a carico. Stesso meccanismo anche per gli altri figli che dallo 0.42 della scala Isee arrivano anche fino a 0,80. Misure simili si adottano anche a seconda delle condizioni lavorative dei due coniugi e della presenza o meno di persone con invalidità.  Ermes Rigon, presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Emilia Romagna, riassume il percorso che ha portato al quoziente Parma.  Nel 2004 la stipula del Protocollo d’intesa tra il Comune e il Forum delle Associazioni familiari. Poi la costituzione della Consulta delle associazioni familiari. Infine l’istituzione dell’Agenzia per la famiglia (la titolare risponde direttamente al sindaco) con funzioni di coordinamento tra i vari assessorati. «Tutte le iniziative – ricorda Rigon – segnano l’inizio di un progetto ampio, che, basandosi sui principi della umanizzazione del benessere, della solidarietà e della sussidarietà, è volto alla realizzazione di un welfare familiare, attraverso il coinvolgimento trasversale delle famiglie, delle associazioni, delle istituzioni nei vari aspetti che la riguardano».  Obiettivo dichiarato – conclude Rigon – è quello di far sì che il "Quoziente Parma" diventi da una lato il punto di riferimento per gli altri comuni - ma anche per le regioni- che lo possono adottare. Dall’altro che porti ad una modifica dell’Isee a livello nazionale».
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