Zelensky e Papa Francesco durante l'incontro al G7 - Presidenza ucraina
Era uno degli incontri bilaterali più attesi, quello tra il presidente ucraino e il Pontefice. Nei giorni scorsi il braccio destro di Zelensky, il consigliere Yermak, era stato in Vaticano dove aveva incontrato, oltre a Papa Francesco anche il segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin, e l’inviato del Papa per l’Ucraina, il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi. Fonti della presidenza ucraina hanno riferito che «il presidente ha ringraziato Sua Santità per le sue preghiere per la pace in Ucraina, per la vicinanza spirituale al nostro popolo e per gli aiuti umanitari agli ucraini».
Nel corso del colloquio Zelensky «ha informato dettagliatamente il Pontefice sulle conseguenze dell'aggressione russa all'Ucraina, sul terrore dai bombardamenti aerei russi e sulla difficile situazione del settore energetico». Il pontefice ha ascoltato ribadendo l’importanza del lavoro della “diplomazia umanitaria” messa in campo attraverso la missione vaticana a Kiev. «Le parti hanno discusso anche della Formula della Pace, del ruolo della Santa Sede nell'instaurare una pace giusta e duratura per l'Ucraina e delle aspettative del Vertice Globale della Pace» spiega l’entourage del leader ucraino.
In passato non sono mancate incomprensioni e tensioni nelle relazioni bilaterali, tuttavia proprio la leadership ucraina riconosce che mai è mancato il sostegno, anche materiale e diplomatico, della Santa Sede che più volte ha mediato per lo scambio dei prigionieri e che ha in corso la più difficile delle operazioni diplomatiche nel pieno del conflitto: la mediazione per il ritorno dei bambini ucraini. Nei giorni scorsi la leadership ucraina aveva ringraziato la Santa Sede per l’impegno profuso, i cui esiti sono spesso tenuti riservati per non compromettere le azioni in corso. E oggi Zelensky «ha preso atto degli sforzi del Vaticano volti a portare la pace, in particolare la restituzione dei bambini ucraini rapiti dalla Russia».
Proprio Yermak nel corso di una intervista ad Avvenire, domenica scorsa aveva ringraziato «Il cardinale Zuppi che è un grande amico. Le madri dei bambini salvati pregano per i loro salvatori. Abbiamo proposto un meccanismo specifico per l'ulteriore attuazione della missione sia allo stesso presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) sia al Segretario di Stato. Sono convinto che tutte le missioni volte a salvare i bambini dovrebbero continuare fino a quando l'ultimo di loro sarà restituito alla propria famiglia».