giovedì 11 marzo 2010
Angelo Cassani detto "Ciletto" e Gianfranco Cerboni detto "Giggetto" sono stati interrogati dai pm di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul sequestro della 15enne, figlia di un dipendente del Vaticano, sparita il 22 giugno del 1983.
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Ci sono altri due indagati nell'inchiesta sul rapimento di Emanuela Orlandi, la 15enne figlia di un dipendente del Vaticano, sparita il 22 giugno del 1983. Sono Angelo Cassani, detto "Ciletto", e Gianfranco Cerboni detto "Giggetto". I due, che restano a piede libero, sono indagati per sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato dalla morte dell'ostaggio e dalla minor età dell'ostaggio. La decisione è stata presa dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo al quale è affidata l'indagine e fa seguito all'iscrizione nel registro degli indagati di Sergio Virtù, 49 anni, avvenuta ieri, indicato come l'autista personale di De Pedis, stando alle dichiarazioni dell'ex amante del boss della Magliana Sabrina Minardi. Omicidio volontario aggravato e sequestro di persona sono i reati che gli contestano i magistrati, che hanno interrogato Virtù questa sera, per oltre due ore, a Regina Coeli dove è finito oggi per un provvedimento cautelare emesso dalla Corte d'appello in relazione ad altre vicende. Virtù, infatti, ha accumulato in passato due condanne a otto anni di reclusione in quanto coinvolto in processi per truffe e fallimenti. Pene rimediate in primo grado con il giudizio di appello ancora pendente. Ecco perchè la procura generale si è preoccupata che Virtù non si desse alla fuga evitando di scontare le due condanne e, su iniziativa della procura di Roma, gli accertamenti per il rapimento di Emanuela Orlandi.Secondo l'ipotesi degli inquirenti romani, Angelo Cassani, 49 anni, e Gianfranco Cerboni, 47 anni, avrebbero pedinato Emanuela Orlandi e, probabilmente, eseguito anche il sequestro. Entrambi interrogati oggi dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Simona Maisto, hanno respinto le accuse. Cerboni ha anche negato di essere soprannominato "Giggetto". I due, secondo quanto accertato dagli inquirenti, non facevano parte della Banda della Magliana, ma gravitavano intorno al boss Giorgio Paradisi, morto nel 2006 per tumore, e già braccio operativo di Enrico "Renatino" De Pedis.  A loro gli inquirenti sono risaliti tramite le dichiarazioni della supertestimone Sabrina Minardi e di altri collaboratori di giustizia. Cassani e Cerboni, i quali hanno ammesso di aver conosciuto Paradisi negli anni Ottanta, facevano parte, insieme con una terza persona allo stato non identificata, di una sorta di "batteria" al servizio di Paradisi.A fare il nome di Virtù, invece, sono state Fabiola Moretti, pentita della banda della Magliana, e la Minardi. Entrambe lo hanno indicato come soggetto non espressamente legato alla banda, ma molto vicino a De Pedis tra il 1982 e il 1983. La Minardi, in particolare, ha raccontato agli inquirenti di aver visto la Orlandi al laghetto dell'Eur, nell'immediatezza del sequestro. Con la ragazzina ci sarebbe stato appunto Sergio. La Minardi ha anche sostenuto di aver guidato un'auto, con accanto De Pedis, seguito dalla vettura di Sergio che aveva a bordo Emanuela. Il gruppo raggiunse Torvajanica dove la 15enne venne affidata alle 'curè di un'altra signora. Alcuni mesi dopo la Orlandi, sempre stando alla Minardi, venne consegnata a un sacerdote dopo essere stata prelevata dalla donna in un bar del Gianicolo dove le fu affidata dallo stesso Sergio. Contro l'uomo ci sono anche le dichiarazioni di un'altra donna, una sua ex convivente in tempi molto recenti. A lei avrebbe confidato in modo vago e generico di aver avuto un ruolo nella scomparsa della Orlandi e di aver ricevuto un congruo compenso. Ai pm, però, Virtù ha negato ogni addebito negando di aver conosciuto De Pedis ed escludendo qualunque partecipazione al sequestro della ragazzinaa. L'uomo ha ammesso, invece, di aver conosciuto Claudio Sicilia, considerato dagli inquirenti l'anello di congiunzione tra la camorra e la banda della Magliana, salvo poi diventare collaboratore di giustizia e per questo essere ucciso nel 1991 a Tor Marancia.
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