mercoledì 1 giugno 2011
Berlusconi dopo le elezioni: preso un gol, ma la partita va avanti. Duro con il ministro dell'Economia: sulle tasse propone, ma non decide lui. Oggi il vertice per il rilancio del partito: tra le ipotesi Alfano "reggente", Cicchitto ministro della Giustizia.
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Metabolizzata la sconfitta elettorale, in parte «già prevista», il premier Sil­vio Berlusconi torna in pubblico o­stentando serenità sul suo futuro politico e su quello del suo governo. Soprattutto prometten­do novità sia sul fronte del programma (la rifor­ma fiscale) che su quel­lo del partito. La verifica parlamentare di gover­no, richiesta da Napoli­tano, è stata fissata per l’ultima settimana di giugno: ma è una que­stione che non lo im­pensierisce affatto: «Non c’è nessuna preoc­cupazione, zero virgola zero». E l’asse di ferro con Bossi regge: «Va tutto bene, ci siamo sen­titi anche a colazione». Nessun problema neanche con Tremonti. Il ritorno di Berlusconi a Roma dopo il viag­gio a Bucarest lo ha visto immediatamente al lavoro. Nel pomeriggio ha riunito a Palazzo Grazioli i figli Marina, Piersilvio, Barbara e Lui­gi. Spiegando successivamente che l’argo­mento del colloquio con i familiari riguarda­va il lodo Mondadori e il colossale risarci­mento a favore di De Benedetti a cui il grup­po è stato condannato. Subito dopo si è reca­to al Quirinale per prendere parte al ricevi­mento del 2 giugno. Il Cavaliere si è intratte- nuto un po’ a colloquio con il capo dello Sta­to. Poi non si è affatto sottratto alle domande dei giornalisti. La sconfitta, ha ammesso, «c’è stata». Tuttavia il presidente del Consiglio l’ha paragonata a una partita di calcio: «Siamo an­cora 4 a 1 – ha detto riferendosi alle passate consultazioni vinte dal centrodestra – e la par­tita dura ancora due an­ni ». Aggiungendo: «Non c’è ancora la data del mio funerale». E, co­munque, da parte sua non c’è alcuna ammis­sione di colpa per la sconfitta: «No, la mia condotta è stata super, non ho nulla da rim­proverarmi ». Anzi, la responsabilità è, piut­tosto, dei media ostili: «C’è stata una tenaglia impressionante di carta stampata, radio e tv contro di me. Non avevo nessuna tv a favore. Le reti Mediaset si sono tenute lontanissime e non hanno influito, le altre le avevo tutte ad­dosso ». Tuttavia il segnale degli elettori è stato colto. Così sul fronte del programma, la priorità nu­mero uno non sarà più la riforma della Giu­stizia, ma quella fiscale. Con il ministro del­l’Economia Giulio Tremonti, finora severo di­fensore dei conti, richiamato all’ordine: «Non è lui che decide se aprire i cordoni della bor­sa... Lui può solo proporre». Battuta che era stata interpretata come una polemica. Ma in serata è giunta la secca smentita del premier: «Riconfermo piena fiducia nel Ministro Tre­monti e sono sicuro che continueremo a la­vorare bene insieme come abbiamo fatto si­no ad adesso». Con un po’ di rammarico, Berlusconi ha dato un mezzo addio al piano per l’energia nu­cleare, in vista del referendum: «Rimango con­vinto – ha detto – che il futuro sia nel nuclea­re, ma se il popolo non lo vuole, mica possia­mo obbligare la gente». Sul fronte del partito, invece, ha annunciato novità per oggi (ieri do­veva riunirsi l’ufficio di presidenza del Pdl, ma la riunione è stata aggiornata a questo po­meriggio): «Ho idee – ha spiegato – molto chia­re. Non voglio scontentare nessuno, credo che adesso bisogna stare tutti uniti, ma dobbiamo tornare ad avere una presenza sul territorio co­me era nel ’94». E, in tarda serata di ieri, è gi­rato anche un organigramma, che prevede un giro di poltrone che interessa partito, Came­ra e governo: Alfano coordinatore unico, Cic­chitto ministro della Giustizia, Lupi capo­gruppo e Scajola vicepresidente della Came­ra. Sulle primarie, però, proposte a gran voce da Giuliano Ferrara e sponsorizzate ormai da diversi esponenti del Pdl, conferma tutti i suoi dubbi: «Come si fa a sapere chi va a votare? E se la sinistra, che è militarizzata, cerca di far votare il candidato sbagliato? Io sono a favo­re di ciò che è espressione dell’opinione pub­blica, ma guardate al centro sinistra: lì sono ve­nuti fuori dei candidati che non sono del Pd, che, quindi, ha perso le primarie». Un paio di battute, prima di andar via, non senza aver salutato il padrone di casa Giorgio Napolitano. Su Scilipoti, l’esponente dei re­sponsabili preso di mira da satira, giornalisti e opposizione: « Non toccatemi Scilipoti che è una persona deliziosa, corretta e piena di i­niziativa ». Su un futuro politico dei figli: «Se vengo a sapere che qualcuno di loro ha que­sta intenzione, lo diseredo».
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