giovedì 14 luglio 2011
Morris Ciavarella è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario: nell'ottobre scorso a Milano picchiò a morte un tassista che aveva investito il cane della fidanzata.
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È stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi Morris Ciavarella, uno dei tre aggressori che lo scorso ottobre pestarono a sangue il tassista milanese Luca Massari, morto dopo un mese di coma: l'uomo era stato assalito per aver investito il cane della fidanzata di Ciavarella. La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato dal gup di Milano Stefania Donadeo che ha anche rinviato a giudizio gli altri due imputati sempre per omicidio.Il pm di Milano Tiziana Siciliano aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per omicidiovolontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Il gup, mantenendo l'imputazione per omicidio volontario, ha escluso l'aggravante della crudeltà e concesso a Ciavarella le attenuanti generiche, equivalenti all'aggravante per futili motivi. Dunque il giudice è partito dalla pena base di 24 anni per il reato di omicidio volontario, ridotta poi a 16 per lo sconto del rito abbreviato.Gli altri due aggressori, la fidanzata di Ciavarella, Stefania Citterio, e il fratello di lei, Pietro, sono stati rinviati a giudizio, assieme ad un altro imputato accusato di favoreggiamento, e il processo comincerà il 16 ottobre davanti alla Corte d'assise di Milano.Il giudice ha anche disposto un risarcimento a titolo di provvisionale di 50 mila euro per i genitori e di 20 mila euro per il fratello del tassista e per gli zii, tutti parti civili nel procedimento.Massari era stato aggredito lo scorso 10 ottobre in via Ghini, periferia sud di Milano, dopo avere investito inavvertitamente il cane di Stefania Citterio e dopo essere sceso dal suo taxi per scusarsi. Era morto poi l'11 novembre scorso, dopo un mese di coma.Stando alle indagini del pm, è stato Ciavarella, 31 anni, a sferrare gli ultimi due micidiali colpi, compresa una ginocchiata in faccia, al tassista, che in precedenza era stato insultato e massacrato di botte dai due fratelli Citterio.
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