Cominciano a prendere corpo contenuti e contenitori nuovi dell’era post berlusconiana. La crisi di rappresentanza dei partiti spinge associazioni, «forze sociali» e «culture civiche» a forme di aggregazione che intendono parlare alle istituzioni, superando le attuali formazioni, e soprattutto porre un argine «ai populismi di destra e di sinistra». Così arriva da una fetta consistente del "mondo di Todi", insieme con intellettuali, rappresentanti dell’area economica del Paese e politici di nuova generazione una lettera-appello dal titolo eloquente, "Verso la Terza Repubblica". Per ora si tratta di un elemento di riflessione, che offre spunti concreti da cui partire e traccia un percorso sul solco dell’era Monti, con un’attenzione particolare all’Europa, in un quadro che punti su sussidiarietà e rilancio del welfare. Una riflessione, ma anche una «convocazione» per un incontro nazionale il 17 novembre a Roma, che vedrà in campo per la prima volta in veste ufficiale Luca di Montezemolo, insieme con il suo team, al fianco dei leader di Acli Olivero, Cisl Bonanni e Mcl Costalli (già insieme al tavolo del Forum "Todi2") e di esponenti di Sant’Egidio a partire dal ministro Riccardi.I firmatari chiedono una «stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale», sulla scia di quanto già fatto da Monti, a cui riconoscono il merito di aver rasserenato «il clima di intollerabile antagonismo della politica italiana», restituendo «prestigio e credibilità» al Paese. Una fase che non può essere gestita «dai partiti politici così come li conosciamo, ma da una presa di responsabilità corale – appunto – di forze sociali, culture civiche e realtà associative, capaci di contribuire attivamente alla rigenerazione e al governo della nazione».Per rispondere alla «crisi di fiducia dei cittadini verso le istituzioni», allora, occorre «rafforzare i processi democratici e la loro trasparenza, contrastando la corruzione» e «potenziando la vigilanza sui conflitti di interesse». Ma soprattutto occorre evitare che questa stessa crisi porti a una rottura della coesione sociale, che rappresenta un rischio concreto. È anche «indispensabile recuperare la speranza e attivare risorse e pensiero contro la lettura vittimista del nostro presente e del nostro futuro». Una ricetta utile, per i firmatari, è «una profonda riforma del welfare, come generatore di opportunità e strumento di promozione umana». Riforma del fisco, lavoro e cultura saranno i «motori dello sviluppo della nazione».