Una decina di giorni fa a Fanna, ieri a Vivaro. Siamo nelle ultime campagne che danno sulla Pedemontana pordenonese. È questo il teatro della nuova «guerra degli Ogm»: pro e contro, con il ministro dell’agricoltura Giancarlo Galan schierato dalla parte della «doverosa» ricerca e il governatore del Veneto, Luca Zaia, attestato sulla sponda opposta. Il 30 luglio è stata Green Peace a portare il primo attacco. Ieri 60 attivisti «no global», anche loro vestiti con tute bianche, hanno calpestato, a Vivaro, centinaia di piante di mais geneticamente modificato, alte ormai più di un metro, messe a dimora da Giorgio Fidenato, presidente dell’Associazione agricoltori federati della provincia di Pordenone. A guidare il blitz Luca Tornatore, un ricercatore veneziano che lavora all’Università di Trieste. Sul posto anche le forze dell’ordine, che hanno provveduto all’identificazione dei dimostranti. Tornatore ha spiegato di aver compiuto il gesto per evitare che il mais maturasse e che i semi modificati fossero diffusi nell’aria. «È passato già un mese dal primo sequestro di piante Ogm in Friuli Venezia Giulia, eppure ancora oggi nessun intervento concreto da parte della magistratura ha messo fine a questo caso di grave illegalità», protesta la task force nazionale contro gli Ogm.Il ministro dell’Agricoltura accusa duramente i no global: «Mi attendo che le forze dell’ordine identifichino al più presto gli autori di un’azione che qualifica coloro che l’hanno compiuta come violenti, squadristi della peggior specie, intolleranti da condannare in ogni senso. Confermo che le Istituzioni preposte a seguire la vicenda degli Ogm in Friuli Venezia Giulia stanno proseguendo nell’attività di accertamento e a giorni saranno resi noti i risultati di verifiche e analisi. In ogni caso, ogni cittadino italiano, soprattutto in casi del genere, è tenuto a rispettare leggi e regole proprie di ogni civile convivenza».Invece per Luca Zaia, suo predecessore e attuale governatore del Veneto, «nei campi del Friuli Venezia Giulia è stata ripristinata la legalità». E questo perché «era abnorme la situazione di Vivaro, in cui vi era una coltivazione di mais Ogm assolutamente illegale». Secondo Zaia, che da ministro dell’Agricoltura aveva messo al bando le produzioni geneticamente modificate, «non è possibile pensare di introdurre arbitrariamente organismi geneticamente modificati in Italia senza che questo non inneschi le proteste, sacrosante, di tutti coloro che hanno a cuore la nostra agricoltura e la biodiversità, che ne è cardine fondamentale». Per Zaia, «ci sono delle regole che vanno rispettate, e bisogna far capire alle multinazionali che nel nostro Paese non si possono introdurre coltivazioni Frankenstein senza autorizzazione». Dal canto suo Fidenato, che il 25 aprile scorso organizzò la semina dell’appezzamento da lui gestito e di proprietà di un suo parente, replica così: «Ufficialmente quel campo non è seminato con Ogm, ma con una varietà perfettamente legale. Se poi le analisi che sono state eseguite diranno che è Ogm, amen». Fidenato mette inoltre le mani avanti: «Presenteremo una denuncia per procurato allarme contro tutte le persone che da un mese a questa parte parlano di contaminazione e disastri ambientali».Confagricoltura condanna il blitz, ma affermando che «i campi a mais Ogm non vanno coltivati finché non sarà disposto dalla legge». Quanto a Coldiretti, è mobilitata in Friuli e nel resto d’Italia contro le coltivazioni Ogm.