Sono stati ricondotti tutti a Tripoli i 77 migranti che l’altro ieri notte tentavano la traversata del Canale di Sicilia a bordo di una vecchia carretta del mare. Anche loro speravano di raggiungere le coste siciliane e di realizzare così il sogno europeo. Nel porto della capitale libica sono arrivati verso le 11 del mattino di ieri. A rimorchiare l’imbarcazione, che si trovava in difficoltà non lontano dalle coste nordafricane, è stato in nottata un mezzo italiano in servizio presso una piattaforma dell’Eni (Ente nazionale idrocarburi). A dare il via liberta al rimorchiatore di intervenire pare siano stati militari libici in servizio sulla stessa piattaforma. Sorte diversa, invece, per un barcone con altre 80 persone, tra cui 24 donne, che era stato segnalato da un peschereccio quando si trovava già in acque territoriali italiane, intercettato a circa 10 miglia a sud di Lampedusa da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di Finanza. L’imbarcazione, infatti, è stata accompagnati a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Dopo l’episodio dei giorni scorsi, che ha visto tre barconi carichi di migranti soccorsi in acque maltesi ricondotti a Tripoli, quella di ieri è la seconda volta che, dal Canale di Sicilia, viene imposto il ritorno obbligato in Libia senza neppure sfiorare il territorio italiano. L’operazione è un «effetto concreto nell’ambito della collaborazione ItaliaLibia sulla lotta alla criminalità organizzata», ha commentato il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Un segno concreto, insomma, di quel patto siglato tra i due Paesi che affacciano sul bacino del Mediterraneo ma che fino a questo momento non aveva dato risultati. «Gli immigrati sono sbarcati al porto di Tripoli intorno alle 11 di questa mattina», comunica una nota della polizia. «Ad attenderli c’erano delle ambulanze che si sono occupate di portare immediato soccorso ai passeggeri più provati dalla traversata. Tutti gli altri, come di prassi in Libia, sono stati consegnati ai funzionari del Ministero dell’Interno». Non essendo stato effettuato dall’Italia nessun procedimento per il riconoscimento dei migranti non si sa se però tra di loro ci fossero individui bisognosi di protezione internazionale con i requisiti per ottenere lo status di richiedente asilo o di rifugiato politico. Intanto sempre ieri la polizia ha fermato a Lampedusa un extracomunitario che intorno alle tre della notte scorsa era stato visto girovagare per le vie del centro dell’isola. L’uomo, che ha detto di essere cittadino del Mali, è stato accompagnato nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa. Il ventenne ha raccontato di essere approdato sull’isola da solo, con una piccola imbarcazione. Le ricerche delle forze dell’ordine però non hanno portato al ritrovamento di nessuna carretta né di altri migranti. L’uomo, infatti, che è riuscito a beffare tutti i controlli e perfino gli accordi diplomatici tra Italia e Libia, alla fine ha spiegato di essersi nascosto in una delle tre motovedette che hanno ricondotto a Tripoli i 227 profughi che navigavano nei giorni scorsi in acque maltesi. Adesso si trova presso la ex base Loran adibita a Centro di identificazione ed espulsione, in attesa che venga valutata la sua posizione.